Arriva l’etichetta per il concentrato di pomodoro: la soddisfazione di Coldiretti Cuneo
Concentrato, conserve, salse e sughi tracciati al cento per cento. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 47 del Decreto interministeriale per l’origine obbligatoria dei derivati dal pomodoro è stato fatto un passo determinante per tutelare un patrimonio di oltre 5 miliardi di chili di pomodoro italiano.
“Finalmente, anche per questa importante voce della nostra economia, si mette fine all’inganno di prodotti importati e spacciati per Made in Italy. Ci sono voluti dieci anni per completare questo percorso di trasparenza – commenta Tino Arosio, direttore di Coldiretti Cuneo – iniziato il 1° gennaio 2008 con l’entrata in vigore dell’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro. Un risultato importante che riguarda da vicino anche la produzione della nostra provincia – dove duecento ettari sono destinati alla coltivazione del pomodoro – che dedichiamo a quell’82% di consumatori italiani convinti sostenitori della battaglia di Coldiretti per la tracciabilità degli alimenti, che hanno contribuito a questo successo, sottoscrivendo la consultazione on line”.
Ora l’impegno di Coldiretti va avanti in questa direzione, per l’etichettatura dei cibi che ancora mancano all’appello. Tra questi, la produzione frutticola, che in provincia di Cuneo è un’eccellenza e che nei trasformati come succhi, marmellate, polpa di frutta, frutta essicata è ancora anonima.
Basta un colpo d’occhio sulle cifre della produzione in Granda per capire quanto possa e debba ancora essere valorizzata: per quanto riguarda le pesche si contano 1.600 aziende, 1,40 milioni di quintali e una superficie poco oltre 3500 ettari. Per i kiwi, le aziende sono 1.633, la produzione 0,85 milioni, la superficie 3.900 ettari. 1.914 aziende producono mele, per oltre due milioni di quintali e oltre 5000 ettari.
“La frutta trasformata, dai succhi alla purea, è un ottimo alimento perché conserva tutte le proprietà nutritive: ad esempio da 100 kg di mele si ottengono 90 kg di purea. Occorre, però, che si arrivi a dare nome e cognome alle produzioni al fine di offrire ai consumatori una maggior garanzia enel contempo dare il valore che merita alle nostre produzioni. Per questo – conclude il direttore Arosio – continuiamo la battaglia verso la trasparenza affinché, al più presto, arrivi l’etichettatura obbligatoria d’origine anche per i trasformati della frutta”.