“Adotta uno scrittore”, lo storico Alessandro Barbero all’Istituto Cravetta di Savigliano

23 marzo 2018 | 17:54
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“Adotta uno scrittore”, lo storico Alessandro Barbero all’Istituto Cravetta di Savigliano

“Montare romanzi, però, – ha sottolineato – è tutt’altra questione, devi scegliere tu chi far vincere e come va a finire. Per scrivere devi aver letto tanto, avere la capacità critica di valutare ciò che scrivi e non innamorartene”. L’unico consiglio che posso formalizzare è di rileggere sempre, per rimediare alle ripetizioni e controllare la punteggiatura. Il giorno in cui il relatore della tesi mi ha contestato una virgola un mondo mi è crollato addosso ma un altro se ne è spalancato». L’abile oratore ha aggiunto: “Mi piace, mi viene facile scrivere, non mi costa fatica, mentre a scuola davanti all’operazione “2+2” mi bloccavo. Devo avere dei neuroni che il canale delle parole lo trovano sempre!”.

Approfondendo l’argomento del libro Benedette guerre. Crociate e jihad, al quesito “Ha ancora senso parlare di “guerra santa” nel 2018?”, Barbero ha ribattuto: “Ha mai avuto senso?”.
E poi ha dichiarato: “La Storia non si ripete allo stesso modo, le circostanze non sono mai uguali”. Ottimo assist per il quesito successivo: “Impariamo dalla Storia?”. “Bisogna aver voglia di impararla. Se Historia magistra vitae, i maestri necessitano di qualcuno che li ascolti. Lo studio della Storia, come quello della Letteratura, ti induce a capire che non esistono valori assoluti, che i punti di vista sono tanti e diversi e il tuo non è per forza quello giusto”.

All’allievo che così lo ha interrogato “È vero che la Storia la scrivono i vincitori?”, l’autore ha risposto: «È vero per il passato. Dal 1945 la ricerca storica è libera e chi persevera a sostenere che sia scritta dai vincitori mente perché vuole sostenere una tesi poco plausibile e può farlo solo accusando l’altro di aver scritto su commissione».
L’adottato Barbero, prima di dare appuntamento al 12 aprile, giorno in cui avrà luogo il secondo incontro, ha ancora avuto il tempo di soffermarsi sul libro Le Ateniesi.
Il “Cravetta”, nel frattempo, rifletterà sugli innumerevoli spunti ricevuti dal medievista che talvolta esce dal “suo periodo” per scrivere anche libri di storia militare. Perché “la Storia una cosa l’ha insegnata certamente: non bisognava invadere la Russia”.

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