Giancarlo Boselli: “Lavorare insieme per una nuova grande forza della sinistra”
E’ stato vice-sindaco di Cuneo e consigliere provinciale. Ex membro della Segreteria Regionale del Partito Democratico, oggi Giancarlo Boselli è coordinatore di Laboratorio Democratico, comunità libera di elettori e simpatizzanti delle forze democratiche, socialiste e della sinistra europea.
– Come giudica la performance di Liberi e Uguali alle recenti elezioni politiche?
– Premetto che ho aderito a MDP articolo 1 e formalmente LeU, per ora, è solo l’unione in una lista, di tre forze politiche. Le mie opinioni quindi possono correttamente rappresentare solo una delle componenti. Il risultato di LeU è stato deludente. E’ andato bene dove anche il Pd è andato bene. Ha avuto un risultato più negativo dove anche il Pd lo ha avuto. Gli elettori hanno penalizzato l’intera sinistra, che non ha difeso il diritto alla pensione, in un periodo lungo in cui salari e stipendi sono stati penalizzati e le rendite e i profitti sono invece cresciuti. Non ha difeso la sanità e la scuola pubblica. Insomma non ha fatto la sinistra.
– Cosa succede ora alla forza guidata da Pietro Grasso? L’opposizione insieme al PD può portare ad un riavvicinamento?
– LeU ha avuto poco tempo per prepararsi al confronto elettorale ma ha raccolto il voto di chi comunque non avrebbe mai votato il Pd renzianizzato. Sta preparandosi a diventare una forza di sinistra europea aperta, che cerca il confronto con le altre forze progressiste, convinta delle ragioni che sono alla base della sua nascita. Il Pd sta vivendo una crisi profonda. Deve liberarsi da una malattia che lo ha portato al crollo. Quella del leader solo al comando. Sono fiducioso che la sua base saprà mettere in discussione questa situazione. Cercheremo di contribuire, sollecitando il confronto.
– A Cuneo, LeU come si sta muovendo?
– Ha messo insieme molti militanti e sta lavorando bene.
– Come mai lei non si è candidato? Timore di “bruciarsi”?
– Io non mi sono mai candidato ne’ al Parlamento ne’ alla Regione. Sono stato per un periodo in Comune e in Provincia. Poi sono tornato al mio lavoro, che faccio volentieri. L’impegno politico continua ma non può diventare una professione. Gli incarichi istituzionali sono solo un momento della vita. Non abbiamo avuto discussioni per scegliere i candidati. Ognuno di noi è a disposizione del partito e quando è chiamato a una candidatura non si tira indietro.
– Come mai la sinistra invece di unirsi continua a dividersi?
E’ la sua storia. I cambiamenti continui producono visioni diverse. Ciclicamente si scompone e ricompone. Deve imparare a creare un contenitore che abbia al suo interno possibilità di visioni diverse, nel rispetto reciproco. Prima ancora, sedi comuni di confronto.
– Quale consiglio darebbe ai suoi vecchi compagni del PD? Ci sono possibilità di un suo rientro?
Affrontate la situazione, liberatevi da chi usa il partito per i suoi fini. La possibilità di un mio rientro non si pone. Tutti dovremo rientrare in una nuova grande forza della sinistra che non è il PD e non e LeU. Dobbiamo lavorare per questo.
– Che cosa succederà a livello nazionale? Si formerà un governo? Quale?
– Ora mi chiede troppo. Vedremo.