Lettera di un sindaco cuneese sull’Assemblea dell’Autorità d’Ambito

9 marzo 2018 | 11:54
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Lettera di un sindaco cuneese sull’Assemblea dell’Autorità d’Ambito

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un sindaco sull’Assemblea dell’Autorità d’Ambito svoltasi a Cuneo nella giornata di ieri, giovedì 8 marzo.
Chi scrive queste poche righe è un sindaco, presente giovedì 8 marzo alla Assemblea dell’Autorità d’Ambito svoltasi a Cuneo. Non posso firmarmi, perché i pareri che esprimerò daranno fastidio. Fastidio soprattutto per chi presiedeva l’Assemblea, e un Sindaco di un piccolo Comune non può permettersi di inimicarsi i Sindaci delle città più grandi della Provincia… purtroppo nella politica i rapporti di forza contano, e come, e nell’interesse del Comune che rappresento è bene non “svelarsi” troppo.

Scrivo per manifestare tutta la mia delusione per il metodo con cui è stata gestita l’Assemblea di ieri. Circa 200 Sindaci arrivati da tutta la Provincia, che avrebbero dovuto esprimersi per scegliere la forma con cui verrà gestito il ciclo dell’acqua a livello provinciale nei prossimi 30 anni, per sentirsi dire in apertura di Assemblea che non si sarebbe deciso nulla, non si sarebbe votato nulla. Motivo? Evitare una possibile spaccatura, sempre possibile perché le tante gestioni che dovrebbero essere uniformate e messe insieme arrivano da esperienze e forme diverse, e quindi come è logico ci sono territori che “soffrono” di più di altri il passaggio a una gestione unica pubblica.

Ma questa è la strada, tracciata – è bene ricordarlo – sia da una consultazione popolare sia dall’indicazione dell’Assemblea dei Sindaci. Comprensibili le difficoltà di alcuni, ma ieri c’era tutto lo spazio e il tempo per votare e chiudere definitivamente l’iter da un punto di vista istituzionale, come ben evidenziato due ore prima nella Conferenza d’Ambito in cui invece per fortuna si è votato, con molti voti favorevoli e qualche prevedibile e giustificabile astensione. Ricordo che non ci sono più mesi davanti per mediare e comporre, ma pochi giorni, visto che la scadenza ultima per decidere è fissata obbligatoriamente al 31 marzo 2018.

Le sensazioni e le considerazioni che serpeggiavano fra noi Sindaci “peones”, all’annuncio dell’ennesimo rinvio, sono state le seguenti: Perché prenderci in giro? Perché rimandare ancora? Ormai non abbiamo più tempo, e ci infiliamo in una pericolosa strettoia temporale, arriveremo al 28 o 29 di marzo, voteremo senza altre possibilità di rinvio, e se qualcuno vorrà creare la spaccatura lo farà lo stesso, perché non saranno certo questi 20 giorni che cambieranno qualcosa. E se invece davvero in 20 giorni si può cambiare qualcosa, perché non spendersi prima, magari mesi fa? Fin dal 2015 si sa quale strada dovremo seguire (sempre che a qualcuno importi dell’espressione del voto di un referendum…). Perché dare a tutti noi la sgradevolissima sensazione che come sempre nelle “segrete stanze” un piccolo gruppo di manovratori continua a tergiversare, mediare, rinviare quando ormai tutto è deciso e va deciso, in nome di piccoli equilibri da rispettare non si sa per quali fini?

Perché scomodare i Sindaci di una intera provincia che hanno abbandonato impegni e lavoro e fatto anche viaggi lunghi (pensate a quello di Briga Alta…) per arrivare a sentirsi dire “rinviamo il tutto”? pochissimi sono i Sindaci a tempo pieno con stipendio regolare, che possono permettersi anche di perdere tempo. La maggioranza dei Sindaci, come chi scrive, deve fare i salti mortali per conciliare lavoro e Amministrazione Comunale, e non ha assolutamente tempo da perdere in manfrine incomprensibili per il 99.9% di noi. Figurarsi per la popolazione. Queste incomprensibili lungaggini di palazzo sono quelle che fanno disaffezionare la gente rispetto a quel che succede nella Pubblica Amministrazione, e sono all’origine dello tsunami elettorale che si è abbattuto su certe formazioni pochi giorni fa.

Eppure la lezione non sembra ancora essere capita. Si va avanti con estenuanti mediazioni, rinvii fino all’ultimo minuto, manovre tutte tese a non perdere fette e fettine di consenso e potere territoriale, a costo di non decidere mai.

La mia opinione? Un rinvio inutile, profondamente irrispettoso dei Sindaci e dei cittadini che essi rappresentano, e che ci costringerà a un voto “all’ultimo minuto” nella peggiore tradizione della politica italiana, una manfrina non degna di Amministratori che dovrebbero guardare al bene comune di un territorio e di una popolazione e non solo agli equilibri interni di un mondo (ricordatevelo…) che si sta squagliando come neve al sole.

Una grande delusione, dove tutti insieme abbiamo perso l’occasione di dimostrare ai nostri cittadini che si pensa al loro interesse, e non ai soliti equilibri dei soliti circoli.

Lettera firmata