Maria Carla Chiapello chiede più diritti per le donne lavoratrici
“In Islanda la parità salariale tra uomini e donne da gennaio è legge con tanto di ammenda per chi non la rispetta. In Italia la differenza si aggira intorno al 12,7 per cento nonostante le norme contro, vecchie ma inapplicate.A proposito dell’8 marzo: ci sarebbe da festeggiare se gli stipendi fossero finalmente uguali per tutti, senza farne questioni di genere. E ci sarà anche da festeggiare il giorno in cui le casalinghe otterranno la meritata ricompensa per il loro lavoro. Già, perché pulire la casa, lavare il bucato, fare la spesa, badare ai figli, stare ai fornelli è un lavoro a tutti gli effetti. Faticoso e “usurante” se si vuole utilizzare un termine molto attuale. Vogliamo quantificarlo? Tenendo conto delle ore (da mattina a sera) e dell’impegno richiesto di certo non basterebbero 2mila euro”. Così, attraverso una nota, la consigliera regionale dei Moderati, Carla Chiapello.
“Certo, è un lavoro. Il lavoro che altrimenti – prosegue la Chiapello – svolgono a pagamento le donne delle pulizie quando in famiglia non c’è nessuno che possa dedicarsi alla casa. E se gli italiani volessero fare davvero un bel regalo alle donne, sempre a proposito di 8 marzo, il modo ci sarebbe: smetterla di pagare in nero colf e badanti. In Italia si contano 6 irregolari su 10. Accettano, per necessità, stipendi da fame, senza coperture assicurative e pensionistiche e corrono anche grossi rischi perché le statistiche dicono che tra le mura domestiche ogni anno si contano almeno 4,5 milioni di incidenti, di cui 8mila mortali”.
“Il pieno riconoscimento del lavoro casalingo – conclude la Chiapello – è un traguardo importante da raggiungere. Per tutte le donne dall’A alla Z. Una vera conquista che, ad esempio, alle vittime di abusi da parte del compagno permetterebbe di smarcarsi, grazie all’indipendenza economica. Un rapporto pubblicato nel 2015 dalla McKinsey (influente società internazionale di consulenza manageriale) dimostra che il superlavoro di tutte le casalinghe del mondo vale circa diecimila miliardi di dollari, una cifra quasi equivalente al Pil della Cina. Insomma, i mazzi di mimose, gli auguri, le vetrine dedicate, gli eventi tutti in rosa, le feste tra amiche non bastano. Sono soltanto un contentino. Ed è compito nostro, di noi donne, non cedere più alla strumentalizzazione”.