Nei guai idraulico braidese che ha “nascosto” al fisco oltre 300mila euro
In particolare lo sviluppo della citata attività di polizia economico-finanziaria ha permesso di acclarare l’incompletezza delle dichiarazioni fiscali annualmente presentate dal contibuente, la mancata registrazione dei compensi legati alla propria attività nonchè l’omessa liquidazione dell’imposta sul valore aggiunto, oltre all’impiego di un lavoratore non formalmente assunto, identificato all’atto dell’accesso nei locali aziendali.
All’esito del controllo sono stati contestati elementi positivi di reddito non dichiarati e non documentati per oltre 300.000 euro, ed una stima dell’imposta evasa per oltre 100.000 euro.
L’esame della documentazione acquisita ha inoltre fatto emergere plurime violazioni alla disciplina regolante i limiti all’uso del danaro contante, prevista dal D.Lgs. 231/2007, che vieta di regolare le operazioni commerciali per somme superiori ai 3.000 euro con strumenti di pagamento non tracciabili. Infatti l’’imprenditore era solito gestire i rapporti economici occultati al fisco attraverso l’incasso di danaro contante.
L’attività del Corpo nel comparto è diretta a contrastare l’evasione fiscale che produce effetti negativi per l’economia, ostacola la normale concorrenza tra i vari contribuenti, danneggia le risorse economiche dello Stato ed accresce il carico fiscale per le imprese rispettose delle regole.