“TAV superata e dannosa”, Biolè: “Purtroppo pare però non si tornerà indietro”

10 marzo 2018 | 09:20
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“TAV superata e dannosa”, Biolè: “Purtroppo pare però non si tornerà indietro”

E’ di alcuni giorni fa l’appello di scrittori, giornalisti e studiosi (tra cui Massimo Bray, don Luigi Ciotti, Paolo Cognetti, Vittorio Emiliani, Carlo Freccero, Elio Germano, Paul Ginsborg, Tomaso Montanari, Moni Ovadia, Marco Revelli, Salvatore Settis e Gino Strada) che hanno definito la TAV Torino-Lione “superata e dannosa” ed hanno contestualmente chiesto un tavolo per la “exit strategy”. L’appello nasce in seguito alla pubblicazione di un documento dell’Osservatorio per il Tav istituito presso la Presidenza del Consiglio in cui si riconosce che “molte previsioni fatte 10 anni fa, sono state smentite dai fatti”.

“Siamo di fronte a un’opera progettata e studiata per far fronte a un aumento a suo tempo definito insostenibile dei traffici che viene infine deliberata dando atto del venir meno dei presupposti iniziali. È un’evidente anomalia tanto più grave se si considera che le “nuove ragioni” non sono sorrette da alcuna analisi indipendente dei costi-benefici e del ciclo di vita dell’opera e sono contestate da autorevoli tecnici di diversa estrazione, con riferimento sia agli studi previsionali sia ai modelli analitici usati (è stato presentato alla Procura di Roma, da parte di diversi soggetti tra cui alcuni sindaci della Valle, un esposto, in fase di indagini preliminari). In tale contesto, elementari ragioni di trasparenza e di prudenza impongono una riflessione e la riapertura da parte del governo di un confronto con i cittadini, le istituzioni, i tecnici da queste nominati e, più in generale, il mondo degli studiosi e dell’economia” dicono i firmatari dell’appello.

“Per questo – concludono i firmatari – rivolgiamo alla politica e al Governo un appello: la decisione di costruire la linea ferroviaria è stata presa 30 anni fa. Oggi tutto è cambiato, i lavori per il tunnel di base non sono ancora iniziati. Aprire un tavolo di confronto reale su opportunità, praticabilità e costi dell’opera e sulle eventuali alternative non provocherebbe, dunque, né battute d’arresto né ritardi. Sarebbe un atto di responsabilità.

Sulla questione, abbiamo interpellato il sindaco di Gaiola, Fabrizio Biolè, da sempre contro la realizzazione dell’opera: “Ottima notizia: dopo più di 20 anni, il governo riconosce i disastrosi sbagli delle previsioni sull’aumento del traffico merci nel direttrice est-ovest, di cui il TAV Torino- Lione farebbe parte, dando di fatto ragione alle decine di analisti che sottolineano da tempo l’inutilità dell’opera (che porta con sé pure tutta una serie di conseguenze dannose ambientalmente ed economicamente). Pessima notizia: nonostante l’ammissione esplicita, pare che non si tornerà indietro e i devastanti lavori proseguiranno, o meglio: inizieranno, dato che del tunnel di base non si è ancora scavata nemmeno una palata, in una sorta di sfida al nonsense. Un nonsense sulla pelle dei cittadini, visto che la folle operazione ci costerà, solo a preventivo, più di otto miliardi di euro di risorse pubbliche – i privati non scuciono un centesimo: altra situazione che meriterebbe un’approfondita riflessione…! Da piemontese e da amministratore che ogni giorno ha a che fare con la piccola economia do un ente pubblico montano, ricordo solo un paio di dati piuttosto espliciti: in meno di otto anni la nostra regione ha visto chiudere una dozzina di linee ad uso pendolare sotto l’etichetta di “costi inutili” – per rimanere in Granda: Cuneo capoluogo ha perso due linee sulle quattro che le afferiscono (Mondovi e Saluzzo) ed una terza è moribonda (Nizza); negli stessi anni la previsione di spesa per le linee ad alta velocità/alta capacità preventivate in Piemonte cuba 14.000.000.000 (dicesi: quattordici miliardi di euro)! E’ proprio necessario aggiungere un commento? Fate voi…”