“Fa’ come Dio, diventa uomo!”: a Peveragno il docufilm su Giovanni Giorgis

30 aprile 2018 | 09:27
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“Fa’ come Dio, diventa uomo!”: a Peveragno il docufilm su Giovanni Giorgis

Il filmato, della durata di circa un’ora, è stato realizzato dal regista torinese Enrico Venditti, coadiuvato da Pietro Danni. Percorre le tappe fondamentali dell’intensa vita dell’ uomo, del prete, del biblista e dell’ educatore Giovanni Giorgis e ne evidenzia il pensiero, caratterizzato dall’aver anticipato, sotto molti aspetti, le grandi tematiche socio-ecclesiali che il nostro tempo si trova ad affrontare.

L’evento, patrocinato dal Comune di Peveragno, è organizzato dall’associazione “La Tenda dell’Incontro Giovanni Giorgis”, con la partecipazione della Biblioteca Civica “Giulia e Stefano Bottasso”, delle Parrocchie di Santa Maria di Peveragno e dell’Assunta di Prato Nevoso nonché dell’ Agesci Gruppo Scout Mondovì 1°. Esso avrà luogo sabato 5 maggio a partire dalle ore 17 presso il Centro Congressi Formont di Via Luigi Massa n° 6, Peveragno-Località Madonna dei Boschi.

Nel realizzare il filmato, il regista ha utilizzato il contenuto di testimonianze di persone che hanno conosciuto don Giorgis e, soprattutto, parte dei suoi scritti davvero imponenti conservati nell’archivio cartaceo e informatico lasciato in eredità all’associazione “la Tenda dell’Incontro”, da lui creata nel 1991 e che ora si chiama “La Tenda dell’Incontro Giovanni Giorgis”.

Se dal catalogo delle qualità umane si dovesse sceglierne una sola per esprimere la figura di Giovanni Giorgis, quella che viene in mente è certamente la nobiltà d’animo unita alla libertà di pensiero. Una nobiltà semplice e financo ironica, caratterizzata da naturale autorevolezza, che a Dongi – come erano soliti chiamarlo i suoi amici scout – derivava dalla sua impareggiabile capacità di pensiero, di studio e di impegno, dal suo essere uomo di cultura nel senso più alto. Una nobiltà d’animo caratterizzata altresì dalla sua testimonianza di presbitero di una chiesa che ha sempre servito con umiltà senza mai servirsene, dalla sua saggezza di educatore capace di ascoltare, di rispettare e di segnalare percorsi di umanizzazione ai giovani da lui incontrati. Ma soprattutto una nobiltà d’animo caratterizzata dalla sapienza di chi scruta i testi biblici stando sulla soglia, cioè in una posizione che, da una parte, gli permette di respirare e di vivere tutto ciò che sta dentro casa, dentro la chiesa, dall’altra gli consente di protendere lo sguardo per mettersi in relazione con tutto quello che c’è fuori. Anche con gli uomini e le donne del mondo secolarizzato che vivono (apparentemente) al di fuori del Tempio e che attendono, forse, di essere avvicinati per intraprendere un cammino di fede autentica, coinvolgente e umanizzante.

Vogliamo ricordare Giovanni Giorgis con le parole che poco prima di morire ha confidato alle persone amiche che lo assistevano: “sono stato un prete felice della mia scelta di vita interamente e gioiosamente spesa a servizio del Regno di Dio e a beneficio degli uomini e delle donne che ho incontrato”.

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