“Pensioni agricoltori: è emergenza”

10 aprile 2018 | 22:01
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“Pensioni agricoltori: è emergenza”

“Una situazione destinata ancora a peggiorare se non si prenderanno i dovuti provvedimenti e che ricadrà sulle nuove generazioni che si sono riavvicinate alla terra e a questo mestiere” aggiunge Jves Bernardi, direttore patronato Inac Cuneo. Con la reintroduzione del sistema contributivo, infatti, i futuri pensionati del mondo agricolo con contributi a partire dal 1996 non avranno nemmeno più il beneficio dell’integrazione al minimo, con pensioni anche di 276 euro al mese. “Si parla molto di pensioni integrative come soluzione – prosegue Bernardi – ma in questa incertezza legislativa è difficile individuare il modo più corretto per correre ai ripari”.

“Nel bilancio previdenziale italiano ci sono le risorse per garantire una pensione base da aggiungere alla pensione contributiva – sostengono Cia e Inac -. L’analisi del Fmi non si basa su dati reali. Per considerazioni serie sul sistema pensionistico italiano è necessario partire dal bilancio dell’Inps, dove la spesa previdenziale italiana è di 150,9 miliardi, al netto dell’assistenza e di 49 miliardi di Irpef pagata dai pensionati”. La spesa per le pensioni in Italia incide quindi per l’11% sul Pil, al di sotto della media europea, e grazie alle entrate contributive ha registrato nel 2016 un attivo di 30,3 miliardi di euro.

L’errore è considerare la spesa per pensioni comprensiva dell’assistenza e dell’Irpef (ovvero la tassazione sulla pensione che torna nelle casse dello Stato), arrivando a considerare un’eccessiva incidenza sul Pil del 17%. “Nella spesa nazionale per le pensioni – conclude Bernardi -, si sommano insieme previdenza e assistenza, andando a conteggiare al costo delle pensioni anche le spese sostenute per le invalidità civili, le rendite infortunistiche, le malattie professionali, le pensioni di guerra, che non vi rientrano”.

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