Parte il confronto tra Regione Piemonte e Governo su maggiore autonomia

27 luglio 2018 | 10:23
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Parte il confronto tra Regione Piemonte e Governo su maggiore autonomia

Il documento approvato dalla Giunta definisce i motivi e le materie su cui la Regione Piemonte chiede maggiori competenze

Piemonte. Da settembre entrerà nel vivo il confronto tra la Regione e il governo nazionale per la definizione delle nuove competenze da affidare al Piemonte, sulla base dell’articolo 116 della Costituzione. E’ il principale risultato dell’incontro svoltosi ieri pomeriggio a Roma tra il vicepresidente della Regione Piemonte Aldo Reschigna e il ministro degli Affari regionali e delle autonomie Erika Stefani.

“Con settembre partirà il confronto con due delegazioni ufficiali, una della Regione Piemonte, l’altra del Governo, che affronteranno punto per punto le questioni che abbiamo posto nell’incontro”, spiega Reschigna.“Un incontro positivo, dunque. Abbiamo illustrato al ministro il documento varato dalla Giunta regionale lo scorso 20 luglio e che va ora all’esame del Consiglio regionale, come l’atto di indirizzo varato dallo stesso Consiglio su questo tema. Il documento in discussione è l’aggiornamento della delibera di Giunta di gennaio sulla base del risultato degli incontro con le forze economiche, sociali, con gli enti locali e l’Università che abbiamo avuto nelle scorse settimane. E’ stato anche apprezzato il fatto che le nostre richieste non sono la ripresa di richieste avanzate da altri, ma trovano motivo nel confronto e nella condizione demografica, istituzionale e socio-economica reale del nostro territorio. Abbiamo infine espresso al ministro la necessità di un accordo quadro Stato-Regioni sulla definizione dei costi standard sulle singole materie su cui verrebbe concessa maggiore autonomia”.

Il documento approvato dalla Giunta definisce i motivi e le materie su cui la Regione Piemonte chiede maggiori competenze: dalla previdenza complementare finalizzata alla non autosufficienza al governo dei territorio, dei beni paesaggistici e culturali; dalle politiche attive del lavoro, all’istruzione e formazione professionale; dalle politiche per la montagna a quelle sanitarie; dal coordinamento della finanza pubblica all’ambiente; dai rapporti internazionali e con l’Unione europea al Commercio con l’estero, fino alle infrastrutture.