A Mondovì le celebrazioni per la giornata contro la violenza sulle donne

26 novembre 2018 | 11:37
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A Mondovì le celebrazioni per la giornata contro la violenza sulle donne
A Mondovì le celebrazioni per la giornata contro la violenza sulle donne
A Mondovì le celebrazioni per la giornata contro la violenza sulle donne
A Mondovì le celebrazioni per la giornata contro la violenza sulle donne
A Mondovì le celebrazioni per la giornata contro la violenza sulle donne

Davanti alla sala “Scimè” sono state esposte decine e decine di paia di scarpe, rosse, a significare la violenza subita da un sempre maggior numero di donne

Mondovì.  La città ha celebrato sabato scorso, nel pomeriggio, la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, organizzata dal Comune, dal Comitato della Croce Rossa Italiana e dal Corpo delle Infermiere volontarie della Cri, che ne fa parte. Fu proprio la CRI di Mondovì, che coi volontari tre anni fa fece sorgere il Centro antiviolenza “L’Orecchio di Venere”, per aiutare le donne vittime di violenza di genere.

La giornata si è svolta in due distinti momenti: il primo, con l’inaugurazione della “Panchina rossa”, nella piazzetta antistante la sala comunale conferenze “Scimè”, per iniziativa della Città di Mondovì, con la collaborazione di tre associazioni femminili operanti sul territorio, “Fidapa BPW”, “Inner Wheel” e “MondodìDonna” e il Centro di ascolto “L’Orecchio di Venere”, facente parte della CRI Mondovì”. La panchina, decorata dalla pittrice doglianese Teresita Terreno, (intervenuta assieme al poeta Remigio Bertolino, che ha suggerito i versi poi riportativi sopra) è stata posizionata vicino all’ingresso della Sala “Scimè” e, a scoprirla, sono state le diverse rappresentanti delle Associazioni, assiema una Volontaria Cri e una Crocerossina, operanti ne “L’Orecchio di Venere”.

«Con la collocazione della panchina in un punto di passaggio – ha detto nel suo intervento il sindaco, Paolo Adriano – la città di Mondovì vuole dare un messaggio forte, per quanto simbolico, contro la violenza sulle donne: Un messaggio che deve tradursi anche in un lavoro di gruppo fra Istituzioni, associazioni e cittadinanza. Con la “Panchina rossa” vogliamo portare questa tematica “scomoda” in mezzo alla gente e ricordare che è attiva sul territorio comunale tutta una rete di Associazioni capaci di assistere le donne e, tutelandone la privacy, aiutarle ad uscire anche dalle situazioni più difficili».

Davanti alla sala “Scimè” sono state esposte decine e decine di paia di scarpe, rosse, a significare la violenza subita da un sempre maggior numero di donne.
Quindi è seguito il Convegno “Non sei sola: insieme per dire no alla violenza”, organizzato dalla Croce Rossa Italiana – Comitato di Mondovì, dall’Orecchio di Venere e dal Comune di Mondovì e realizzato grazie al contributo della Fondazione Crc e dei Lions Club Carrù-Dogliani e Mondovì-Monregalese.
In apertura, dopo l’intervento dell’assessore del Comune, Erika Chiecchio, che ha portato il saluto del Comune, a significare la collaborazione fra le diverse Associazioni, sono intervenuti, Massimo Gula, per la Fondazione Crc, le presidenti Maripina Bianchini, della “Fidapa Bpw”, Loredana Prieri, di “MondodìDonna”, Mariangela Schellino, di “Inner Wheel” e per i Lions, la presidente del Mondovì-Monregalese, Tiziana Achino. A nome della presidente Cri, il saluto è stato porto da Raffaele Sasso.

Presenti, in sala anche la comandante della Polizia Municipale, Domenica Chionetti, la comandante della Compagnia della Gdf, capitano Sara Raffaella D’Addio e Livio Chiotti della Cri provinciale. Dopo la proiezione di un sunto del filmato della regista Marzia Pellegrino, di Boves, sono seguiti gli interventi dei relatori – moderati dal giornalista Raffaele Sasso, referente della Comunicazione CRI del Comitato di Mondovì e del Comitato provinciale – di Maria Avagnina, psicologa de “L’Orecchio di Venere” (ha evidenziato i diversi tipi di violenza, perché non è solo fisica); Ivana Bosio, responsabile del consultorio dell’Asl Cn1 (ha fornito dati su come interviene la Regione, a livello sanitario, per fornire assistenza); S.lla Giuliana Turco, ispettrice del Corpo delle Infermiere Volontarie della CRI di Mondovì e responsabile de “L’Orecchio di Venere”(ha ricordato l’operatività del Centro, facente parte della rete anti violenza provinciale); il maggiore Ambrosino Tala, comandante della Compagnia Carabinieri di Mondovì, (ha ricordato che ogni caso di maltrattamento, stalking o violenza, debba essere sempre documentato e denunciato, invitando chi si trovi in tali situazioni a rivolgersi ai Centri e ai Carabinieri) accompagnato da un maresciallo donna, Laura Zocca, operante nella stazione Carabinieri di Mondovì e l’avv. Anna Mantini, referente regionale per le “Pari Opportunità” (ha ribadito l’importanza dell’educazione che deve essere impartita ai figli, senza distinzione di sesso).

«L’Orecchio di Venere – ha commentato S.lla Giuliana Turco responsabile del Centro di ascolto “L’Orecchio di Venere” – fa parte della Croce Rossa di Mondovì ed è un Centro attivo 24 ore su 24, per poter portare l’assistenza necessaria a superare il delicato momento, alle donne vittime di violenza, (ma anche a bambini, anziani, uomini), offrendo loro accoglienza, ascolto, orientamento e sostegno. Non opera da solo ma in sinergia con i Servizi sociali e sanitari, con le Forze dell’Ordine e con le Associazioni di volontariato».

I dati forniti al Convegno
“L’Orecchio di Venere”, nel corso del 2018 ha assistito una trentina le donne che si sono rivolte al Centro: 15 italiane e 16 straniere, di cui 5 sole e 16 con i figli.Cinque sono state accolte nella struttura segreta.
I Carabinieri della Compagnia di Mondovì hanno seguito sul territorio di competenza, nel 2018, 25 casi, di cui 13 inerenti maltrattamenti familiari col coinvolgimento di 4 stranieri e 9 italiani, ai danni di donne e figli conviventi. In particolare sono stati trattati 5 casi di stalking (tutti italiani), due di violenze sessuali (un italiano e uno straniero) e sei di molestie, la maggior parte telefoniche, anche con l’uso di sms e app, con sette provvedimenti cautelari, di allontanamenti dalla casa familiare col divieto di avvicinamento al luogo di residenza delle vittime. In un caso è stato emessa anche un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Interessante il caso spiegato dal maresciallo Laura Zocca, che, dopo aver seguito una donna, con prole, che aveva denunciato il marito per violenza, (dopo l’insistenza della figlia maggiorenne, che aveva chiamato il 112, col conseguente allontanamento del coniuge) al momento dell’incidente probatorio, davanti al Gip, aveva ritrattato, dicendo di essersi inventata tutto e facendo ritorno nell’abitazione da cui si era allontanata.