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La difesa del “Made in goloso” dalle tavole dei Consumatori ai tavoli ministeriali

28 novembre 2018 | 15:45
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La difesa del “Made in goloso” dalle tavole dei Consumatori ai tavoli ministeriali

L’impegno delle PMI alimentari, rappresentate in Granda dal Vice nazionale Rossetto: coniugare le aperture del libero scambio con il pieno riconoscimento del vero “Italian Food” si può e si deve

Cuneo.  Il Made in Italy goloso da “re delle tavole” a protagonista dei “tavoli di lavoro” presso il Governo e il Ministero dello Sviluppo Economico che ingloba anche il Commercio con l’Estero. Una battaglia che passa anche da Cuneo e che pone in prima fila le PMI del settore Food, dove la Confederazione Unionalimentari ha alla propria testa il Patron di Midi Lazzaroni, Tonino Casalini, con l’albese Giuseppe Rossetto nel ruolo di Vice.

Due gli appuntamenti che hanno interessato, in ultimo, il settore dell’industria agroalimentare diffusa, annunciando un finale di anno intenso e preparatorio per il 2019: la partecipazione al neo-costituito Cnac – Consiglio nazionale anti contraffazione, di durata triennale, e al tavolo tecnico, politico e imprenditoriale di monitoraggio sugli effetti derivanti dall’applicazione del Ceta – trattato di libero scambio fra Comunità Europea e Canada di cui fanno parte rappresentanti dei Ministeri dello Sviluppo e degli Affari esteri, delle categorie economiche e delle diplomazie dei due Stati interessati.

Al centro dell’attenzione, i temi che ruotano intorno a tre termini rispetto ai quali manca ancora una politica normativa e sanzionatoria che sia univoca e dunque efficace: “italian sounding” – ossia produzioni tali da trarre in inganno il Consumatore finale in cerca di prodotti cibari “made in Italy” – contraffazione e frode.

Come ribadito in più occasioni dal Presidente Casalini, fin dalla propria prima missione da neo Presidente oltre un anno fa in Provincia di Cuneo, il tema del cosiddetto “italian sounding” non riguarda soltanto il tentativo di imitare eccellenze italiane in senso fisico e organolettico – si pensi ai prosciutti e ai parmigiani – ma si estende a marchi e loghi non meno ingannevoli “eppure impunemente registrati – ha ribadito Casalini – con gravi danni soprattutto per le PMI chiamate a dover sostenere i costi economici delle necessarie opposizioni legali”. Altra emergenza legislativa, da affrontare su base europea, è quella in tema di frode, dove ancora manca una definizione che sia “unitaria a livello Ue”.

Relativamente invece al monitoraggio sulla prima applicazione del trattato CETA, “alla politica le PMI agroindustriali chiedono di agire senza pregiudiziali ideologiche, perché il libero scambio con la grande Nazione del Nord America, per esempio, ha consentito, grazie anche a un lavoro intergovernativo e diplomatico avviato con merito dalle Istituzioni italiane, di vedere finalmente riconosciuto in Canada il vero marchio “Prosciutto di Parma” con benefici sul piano delle esportazioni. Il mondo della piccola e media industria, se davvero come si dice a ogni vigilia elettorale è l’ossatura del Paese, allora deve essere considerato tale anche in tutte le altre occasioni dove in gioco sia lo sviluppo produttivo e commerciale dell’Italia e non penalizzato da provvedimenti opposti o da assenza di decisioni”. Aspetti, quindi, che toccano da vicino anche la Provincia di Cuneo dove si stanno sviluppando sempre di più delle filiere industriali certificate nel Food.