Tre anni fa ci lasciava Gianmaria Testa: l’artista gentiluomo
Il 30 marzo 2016 moriva uno dei più grandi musicisti cuneesi di sempre
“Nemo propheta in patria” si dice in latino per evidenziare come sia più difficile esprimere le proprie doti e capacità negli ambienti più familiari e di come sia invece più semplice farlo lontano dagli ambiti più conosciuti. Una locuzione pronunciata in più circostanze, secondo il Vangelo, da Gesù di Nazareth, e che trova piena evidenza nella vita artistica di Gianmaria Testa. Furono infatti per primi i francesi a scoprire ed apprezzare lo straordinario talento dell’autore, compositore e cantante cuneese, di mestiere ferroviere, scomparso esattamente tre anni fa, all’età di 57 anni.
Merito che va ascritto alla produttrice francese Nicole Courtois che ne intuì le potenzialità e fece sì che nel 1995 in Francia uscisse il primo album del musicista ferroviere: “Montgolfières”, un disco che parla doppiamente cuneese, in virtù della direzione artistica e degli arrangiamenti di Piero Ponzo, componente dei Trelilu ed amico di Gianmaria.
Ma fu solo alla fine degli anni 90, quando suonò e cantò all’Olympia di Parigi, che, finalmente, Gianmaria Testa venne, seppur tardivamente, “scoperto” anche dal pubblico internazionale, e dunque anche da quello italiano. La performance nello storico teatro al 9° arrondissement della “Ville Lumière” gli aprì le porte della celebrità ed abbattè i confini della sua musica che negli anni successivi arriverà a diffondersi in tutta Europa, raggiungendo anche il continente nord-americano.
Gianmaria Testa è stato un personaggio unico: un talento purissimo che non ha mai voluto rinunciare al suo ruolo di capostazione. Nato a Cavallermaggiore, era visceralmente legato alle sue amate Langhe in cui ha trascorso buona parte della vita. “Un uomo dritto” con lo sguardo sempre rivolto al prossimo, agli altri, ai più sfortunati, ai più deboli.
A gennaio 2015 la scoperta della malattia, un tumore inoperabile che annunciò quattro mesi dopo in un’intervista rilasciata a Michele Serra e pubblicata su La Repubblica: “A tutta la gente che mi scrive, che domanda di me, vorrei dire che le sono molto grato. Che ringrazio tutti. Ma stiano tranquilli, perché io lo sono. Io sono tranquillo. Torno. Se il tempo è galantuomo, guarisco e torno”. E invece no, non tornò più a deliziare i palati musicali dei suoi tantissimi estimatori, che lo avrebbero voluto ascoltare dal vivo ancora una volta. Con te, caro Gianmaria, il tempo non è stato il galantuomo che sei stato tu.