Cuneo, delitto di via Ponza San Martino: non si esclude nessuna pista
Vecchi rancori e la frustrazione dei fallimenti dell’assassino si celano dietro alla tragedia?
Cuneo. Dalle prime testimonianze relative all’omicidio-suicidio di giovedì 4 luglio, è emerso che l’assassino-suicida e la vittima si conoscevano da molto tempo.
Negli anni 90 avevano fondato insieme ad un terzo socio “Dimo Sport” ed erano stati soci in un’attività legata alla fornitura di attrezzature e abbigliamento per lo sport per poi dividere il destino professionale. Negli anni Deangelis diventa un uomo di successo mentre a Germano Sciandra le cose non vanno così bene.
Vecchi rancori, la frustazione dei fallimenti dell’assassino si celano dietro alla tragedia. Antichi rancori ed una lite, hanno fatto esplodere il signor Sciandra. Gli inquirenti stanno tuttora indagando sui rapporti tra i due e non si escludono altre piste. L’assassino, Germano Sciandra, aveva 65 anni e abitava a Mondovì.
Il pomeriggio della tragedia ha prima chiamato il Deangelis, poi si è recato davanti al negozio dove ha innescato una lite. Il commerciante si trovava sull’uscio ma è subito rientrato. Germano Sciandra lo ha inseguito dentro il locale e gli ha sparato, uccidendolo. Un amico di Deangelis ha assistito alla scena perché proprio in quel momento stava andando a trovare la vittima.
All’arrivo dei carabinieri, il corpo di Sciandra era riverso a terra, con il volto in una pozza di sangue, la pistola sotto il corpo. A pochi metri c’era anche il corpo senza vita di Marco Deangelis, colpito al petto e al volto da due proiettili.
Intorno alle 22 i carabinieri hanno iniziato i rilievi sulla «Fiat Punto» dello Sciandra, parcheggiata di fronte al negozio della vittima. Le indagini sono state affidate al sostituto procuratore Alberto Braghin della Procura di Cuneo e condotte dai carabinieri del Nucleo operativo e della Compagnia di Cuneo coordinati dal colonnello Marco Pettinato.
Subito dopo il fatto, diversi testimoni stati accompagnati nella caserma dei carabinieri in Corso Soleri, per essere sentiti affinchè fornissero elementi utili a chiarire la tragedia.
Successivamente è stata effettuata la perquisizione nell’abitazione di Germano Sciandra, dove sono stati trovati dei biglietti lasciati scritti dall’ assassino. C’era un antico odio covato da Sciandra, per questioni di soldi.
Tuttavia si indaga a 360 gradi per cercare di chiarire la vicenda. Gli inquirenti raccolgono testimoniaze per capire cosa ha incendiato quest’odio dopo tanto tempo.
Seguiranno aggiornamenti.