Al via il Convegno Internazionale di Nuto Revelli, nel centenario della nascita

5 ottobre 2019 | 13:31
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Al via il Convegno Internazionale di Nuto Revelli, nel centenario della nascita
Al via il Convegno Internazionale di Nuto Revelli, nel centenario della nascita
Al via il Convegno Internazionale di Nuto Revelli, nel centenario della nascita
Al via il Convegno Internazionale di Nuto Revelli, nel centenario della nascita

Due giorni di incontri e lezioni per ricordare lo storico scrittore Cuneese, in un convengo di respiro internazionale. Presente anche l’ex direttore di Repubblica, Ezio Mauro

Cuneo. E’ iniziato questa mattina, 5 ottobre, il convegno internazionale dedicato a Nuto Revelli, storico, scrittore, antropologo e partigiano cuneese.

Un cinema- teatro Monviso colmo di ragazzi provenienti dalle scuole superiori di Cuneo e moltissimi altri interessati alla vita e alla storia di Nuto.
In occasione del centenario dalla nascita, la Fondazione Nuto Revelli, propone una serie di incontri e iniziative non solo sul territorio cuneese ma bensì a respiro internazionale, con coinvolgimenti anche di Francia e Germania.

L’inaugurazione del convegno, avvenuto questa mattina (sabato 5 ottobre) con il saluto delle autorità, è stata moderata dal professor Gastone Cottino, con un alto intervento storico riferito alla vita e alle opere, non solo letterarie, del grande scrittore contemporaneo. “ Mi ha sempre affascinato la modalità in cui Nuto ricercava la verità dei fatti, in modo ostinato. Non di certo cercava la verità assoluta ma a quelle non poche certezze che restano nella storia – ha commentato il professore – il messaggio di Nuto è mai arrendersi e uscire dal torpore, proprio lui che dedicò la fatica ultima perché credeva nei giovani, di mantenere viva la memoria e la capacità di ribellarsi”.

All’incontro era presente anche il giornalista Ezio Mauro, dronerese ex direttore del quotidiano “La Repubblica”, il quale è intervenuto con un’analisi storico-sociologica dell’autore, anche in riferimento alle terre cuneesi: “Di Nuto Revelli possiamo distinguere quattro tipologie di vite: quella del giovane Vittorio (educato alla dottrina del fascismo), quella da soldato, quella da partigiano e, in ultimo, quella da scrittore, storico, antropologo e politico – commenta il giornalista – politico nel senso più alto del termine. Ciò che Nuto scrive nella sua agenda del 1942 sarà poi oggetto di pubblicazione nei suoi libri, interessante come dice: “mi serviva per ragionare” (riferito all’agenda di Nuto, ndr), perché aveva il desiderio di essere soggetto attivo e non solo semplice strumento. Nuto si rende conto che nessuno è veramente al corrente di cosa stava capitando, frutto dell’inganno della propaganda fascista; si dava la colpa al comunismo. E proprio Nuto dice:”non avevo voglia di raccontare” perché era troppo poco credibile, talmente eccezionale da non sembrare vero. Di Revelli è fondamentale il suo dovere di scrivere, specialmente come antropologo,  perché voleva che “i giovani sapessero”. Durante le interviste di Nuto Revelli chiedeva molto di più dell’ospitalità: chiedeva le storie delle persone, i racconti. L’uomo di casa parlava, segno di chi portava i pantaloni, ma si voltava sempre a chiedere alla donna un parere. E se questo parere era negativo, si fermava tutto, simbolo di complicità. I vecchi di montagna hanno paura di raccontare, specialmente se si parla di politica, sesso e religione. Tre temi di cui c’è poca preparazione e un po’ di timore del giudizio. Di fatto noi non abbiamo fatto niente per la democrazia, non abbiamo lottato, ma la nostra battaglia è quella per la giustizia. Alla libertà non c’è congedo”.

Tutto il programma completo è disponibile a questo link.