Cuneo, la Fondazione CRC porta in città la straordinaria arte di Giuseppe Penone
Il presidente Genta: “Ci aspettiamo davvero visitatori da tutto il mondo perchè le opere di Giuseppe Penone sono visibili alla Reggia di Versailles come al Louvre di Abu Dhabi. Venire a Cuneo sarà un’emozione per tante persone”
Cuneo. Con un’anteprima riservata alla stampa alle 15 e l’apertura ufficiale al pubblico alle 17.30, presso il Complesso Monumentale di San Francesco, è stata inaugurata ieri (venerdì 11 ottobre) la mostra “Giuseppe Penone: Incidenze del vuoto”. Si tratta di un’esposizione, realizzata grazie alla collaborazione tra Fondazione CRC e il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, di un artista originario di Garessio, scultore di fama mondiale le cui opere sono esposte nei più importanti e prestigiosi musei del mondo.
“L’arte è un modo di far riflettere e le opere di Giuseppe Penone lo sono ancor di più – ha dichiarato Giandomenico Genta, presidente della Fondazione CRC – perchè hanno una valenza che si trasmette soltanto guardandole ed eventualmente toccandole poichè ci sono dei messaggi intrinsechi che possono trasparire. Avere la possibilità di collaborare con il Castello di Rivoli, istituzione dell’arte contemporanea, ci consente di valorizzare tante collezioni altrimenti difficilmente visibili in una città di provincia che, in questo periodo, vuole essere una città internazionale e che vuole crescere. Ci aspettiamo davvero visitatori da tutto il mondo perchè le opere di Giuseppe Penone sono visibili alla Reggia di Versailles come al Louvre di Abu Dhabi. Venire a Cuneo sarà un’emozione per tante persone e ciò ci fa davvero piacere. Era giusto dare un riconoscimento ad un uomo della nostra terra la cui valenza internazionale, tuttavia, supera le sue origini”.
Curatore della mostra è il direttore del Castello di Rivoli, Carolyn Christov-Bakargiev di cui il presidente Genta ha detto “Ha messo in questa mostra un impegno che va molto al di là di quello che un curatore abitualmente mette”.“Nel mio lavoro ho sempre messo molta passione – ha commentato a proposito il direttore Christov-Bakargiev – perchè amo molto l’arte e credo che tutti i grandi direttori e curatori debbano essere impegnati al 100% nella relazione con l’artista. E’ vero che, quando l’artista chiede qualcosa di speciale e di particolare come chiedere i pannelli che chiudono una chiesa e dunque fare entrare in essa la luce del sole, questa può apparire come una richiesta extra-arsticica, per certi versi esagerata. Io però so che l’artista vuole o non vuole una certa luce o una certa naturalità. Questo accogliere le richieste degli artisti, questo andare incontro all’opera per poterlo presentare nella maniera più gloriosa rappresenta il minimo di ciò che deve fare una persona che si occupa di arte”.
Infine, relativamente all’opera “Matrice”, vera e propria spina dorsale dell’intera esposizione, che campeggia nella navata centrale del Complesso Monumentale di San Francesco, l’artista Giuseppe Penone ha detto “si tratta di un’opera che nasce da lontano visto che i primi lavori che ho fatto sugli alberi risalgono al 1969. Tuttavia, in questo caso, ho fatto un lavoro inverso rispetto a quanto fatto in quegli anni perchè ho svuotato un tronco, dopo averlo tagliato longitudinalmente, partendo da un anello di crescita e seguendolo. Quindi ho creato il vuoto nella forma di un albero che esisteva e dunque c’è un’assenza. La matrice è uno strumento necessario per la scultura che è fatta da negativi e positivi. Possono essere considearte matrice anche le mani dello scultore che agisce sulla materia. La scelta dell’albero è stata dettata da alcune condizioni ben precise come il fatto che avesse i rami fino a terra e che si trattasse di una conifera che doveva comunque essere abbattuta”.
La mostra, ad ingresso gratuito, resterà aperta fino a domenica 2 febbraio 2020 e sarà visitabile dal martedì al sabato dalle 15.30 alle 18.30 e la domenica dalle 11 alle 18.30.