Fabiana Dadone come Raffaele Costa? Ci risponde direttamente il ministro monregalese

29 ottobre 2019 | 17:50
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Fabiana Dadone come Raffaele Costa? Ci risponde direttamente il ministro monregalese

“Gentile direttore, la ringrazio per l’attenzione che la sua testata mi dedica in rapporto al grande tema della spesa dello Stato… Nei gangli della macchina pubblica ci sono ancora enormi sacche di sprechi e inefficienze su cui agire. Ma il Governo ha piena consapevolezza di quanto sia determinante alzare la qualità delle erogazioni e l’efficienza della Pa per sostenere lo sforzo di rinascita dell’intero Paese”

Scrive il ministro per la Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, per rispondere a quelle che definisce “appropriate osservazioni” riportate nell’articolo “Fabiana Dadone come Raffaele Costa?” pubblicato sulla nostra testata domenica 27 ottobre, a firma Lamberto Giusti.

Gentile direttore,

la ringrazio per l’attenzione che la sua testata mi dedica in rapporto al grande tema della spesa dello Stato. Probabilmente eccessiva, visto che, come sa, la questione specifica dei consumi intermedi della Pubblica amministrazione solo in parte afferisce, sul piano delle competenze, al mio dicastero.
I dati della Cgia di Mestre, organizzazione seria e attendibile, guardano comunque agli approvvigionamenti per beni e servizi della Pa da uno specifico punto di vista, da una angolatura, diciamo, “interessata”. Io preferisco rifarmi alla Nota di aggiornamento al Def, fonte ufficiale e primaria, che si riferisce ai consumi intermedi includendo anche la spesa in conto capitale, gli investimenti, per una cifra che si aggira intorno ai 150 miliardi l’anno.
La dinamica è pienamente sotto controllo, tanto che, secondo la NaDef, “i consumi intermedi sono attesi scendere in rapporto al Pil, dall’8,2% del 2019 all’8% del 2022”. I freddi numeri che ho citato, accompagnati dalla possibile spending review di 3 miliardi a carico dei ministeri – ricordata anche dalla sua testata – e dall’intenzione di mettere un tetto ai consumi intermedi degli stessi dicasteri, tetto basato sulla media dell’ultimo triennio, fotografano la sensibilità dell’attuale Governo circa la necessità di contenere gli esborsi per beni e servizi.
Ma oltre alla quantità c’è la qualità. E la spesa sui consumi intermedi va rivista per riqualificarla, non per ridurla sic et simpliciter. Non a caso, la stessa NaDef evidenzia che la “spesa buona”, come la chiamo io, ossia quella per investimenti, è attesa in progressione fino ai 63,4 miliardi del 2021 contro i 58,4 miliardi del 2018. Una tendenza importante dopo gli anni della crisi internazionale, in cui gli stati hanno intaccato soprattutto questo capitolo che è, invece, un driver determinante del rilancio economico.
C’è spesa e spesa. Per fare soltanto un esempio, ricordiamo che quella sulla sanità viene finalmente valorizzata dopo anni di tagli al Servizio nazionale, che hanno finito per impoverire molti italiani, costretti a ricorrere sempre più massicciamente alle prestazioni “out of pocket”, ossia del tutto private.
Certo, non mi nascondo che nei gangli della macchina pubblica ci siano ancora enormi sacche di sprechi e inefficienze su cui agire. Ma il Governo ha piena consapevolezza di quanto sia determinante alzare la qualità delle erogazioni e l’efficienza della Pa per sostenere lo sforzo di rinascita dell’intero Paese.

Fabiana Dadone
(Ministro per la Pubblica amministrazione)