Condannati i fratelli Pecchenino per Barolo fuori disciplinare

I metri possono essere una differenza importante, specie se si parla di vino e di disciplinari e 300 in più o in meno possono avere delle serie conseguenze.
I metri possono essere una differenza importante, specie se si parla di vino e di disciplinari e 300 in più o in meno possono avere delle serie conseguenze. E’ quanto è successo ai fratelli Orlando e Attilio Pecchenino che vinificavano le uve nebbiolo per trasformarle in Barolo in una cantina che si trova 300 metri oltre il confinedell’area di disciplinare. Tanto è bastato al giudice per condannare gli storici produttori che, a Monforte, uno degli 11 comuni che vantano la DOCG, hanno i loro vigneti.
Si potrebbe dire: tutto questo per 300 metri? No, se si considera che il Disciplinare di produzione regola l’ottenimento di un prodotto agricolo o alimentare ed è la norma di legge che definisce i requisiti produttivi e commerciali di un prodotto DOP, IGP e via dicendo. L’iter che è necessario per elaborare, presentare, approvare, pubblicare un disciplinare è piuttosto complesso e deve essere svolto in sede comunitaria. Essendo una legge a tutti gli effetti, le relative violazioni determinano reati.
Di conseguenza, il Pm Attilio Hoffman ha proposto e i magistrati hanno accolto le sue richieste riconoscendo Orlando e Attilio Pecchenino colpevoli di tentata frode condannandoli a una pena di 6 mesi di reclusione contro una richiesta avanzata dalla pubblica accusa di 20 giorni di reclusione e 1.200 euro di multa.
Gli inquirenti hanno potuto verificare che fra il 2007 e il 2012 le uve venivano sì raccolte nei vigneti dell’area di disciplinare ma poi, contravvenendo alle norme del regolamento, venivano pigiate e affinate in barrique a Dogliani, quindi al di fuori della zona di disciplinare. Non veniva utilizzata la cantina che si trova vicina ai vigneti, a Monforte, perché inadeguata a gestire i volumi di prodotto dichiarati e venduti. Quindi, non si è trattato di produzione di vino di scarsa qualità o adulterato ma privo di alcuni requisiti che la norma prevede.
E per capire la severità del disciplinare, che è redatto in base alle tradizioni, come per la tipologia di forma d’allevamento del vigneto, o per i vitigni utilizzati, ecco gli articoli che ne rappresentano la Bibbia.
I disciplinari sono divisi in articoli in cui si specifica:
- la denominazione, a che vitigni si riferisce, in che percentuale e la zona esatta (confini);
- la resa dell’uva, il titolo alcolometrico minimo dell’uva, la densità delle viti;
- come deve avvenire la vinificazione;
- le caratteristiche tecniche del prodotto finito come colore, odore, gradazione alcolica effettiva, acidità totale, estratto secco minimo;
- le designazioni (ovvero gli specifici nomi legali dei vini previsti in seno alla denominazione/indicazioni), le menzioni (ad esempio, riserva, millesimato, ecc.), le prescrizioni per l’etichettatura e presentazione del prodotto;
- notizie storiche e legami con il territorio;
- organismo di controllo designato (l’ente di certificazione).
Le bottiglie di vino sequestrate dai Nas nel 2016, con riferimento alle annate dal 2007 al 2012 verranno restituite ai produttori e ri-etichettate con la denominazione Langhe Nebbiolo, sotto la vigilanza della Polizia, prima di venir rimesse in commercio. Orlando e Attilio avevano dichiarato che fino al 2005 la vinificazione del Barolo avveniva in comune di Novello poi la decisione di ricollocare la produzione in una cantina acquistata a Monforte li aveva costretti ad adottare una soluzione di ripiego poiché visto che i lavori da effettuarsi sulla nuova struttura erano stati portati a termine soltanto nel 2017.