Apertura in tre tempi per i negozi in Piemonte

Dal 18 maggio il Piemonte riapre i negozi, seguiti il 19 dai parrucchieri e il 25 maggio da bar e ristoranti ma le disposizioni continuano a differire da regione a regione
Non doveva essere così difficile valutare quando e come consentire alle attività di riprendere, pur nel bel mezzo di una crisi come quella che stiamo vivendo, ma siamo in Italia e complicare le cose diventa un arte. Nel caso della riapertura dei negozi è stato peggio di un giallo, con date che si sono rincorse tra di loro e categorie commerciali che si sono viste escludere mentre altre, magari per certi versi analoghe, erano nell’elenco di quelle a cui era concesso di aprire. Alla fine di tutto la riapertura in Piemonte avverrà in tre passaggi: lunedì tocca ai negozi, martedì ai parrucchieri mentre il 25 sarà la volta di bar e ristoranti. Questo nella nostra regione, mentre più in generale, a livello nazionale, si riscontrano posizioni diverse che vanno da chi vorrebbe riaprire tutte le attività da lunedì a chi teme che la curva epidemica non sia ancora del tutto sotto controllo, per cui preferirebbe aspettare. Dall’altra parte sono molti quelli che hanno trovato le linee guida dettate dall’Inail e dall’ Istituto superiore di sanità troppo penalizzanti per negozi, bar e ristoranti.
La confusione è aumentata dal fatto che le disposizioni non sono uniformi su tutto il territorio nazionale, con distanze diverse tra i tavoli di un ristorante o gli ombrelloni in spiaggia, differenze che vengono giustificate dal fatto che la situazione del contagio non è dappertutto uguale ma, per contro, vale la considerazione che il virus si diffonde nello stesso modo ovunque e non differenziandosi regione per regione.
Sul fatto che siamo al 15 maggio e in vista della data fatidica del 18 non ci sia alcuna linea guida relativa alla ipotizzata riapertura delle attività commerciali è intervenuta l’onorevole Monica Ciaburro di FdI che ha dichiarato: “Il Governo non si rende minimamente conto che un locale che lunedì riaprirà dovrebbe già sapere come e con quali protezioni sanitarie. L’evidenza del disinteresse verso le categorie produttive è ormai acclarato, forse il presidente Conte ha contezza del fatto che gli imprenditori italiani sapranno mettere in atto ogni precauzione sanitaria a prescindere da un Governo che per l’ennesima volta dimostra di essere totalmente avulso dalle realtà produttive italiane”.
In merito a quanto dichiarato dall’onorevole Ciaburro, forse ci sfugge qualcosa perché abbiamo appena scritto di come sono state accolte le linee guida dettate dall’Inail e dall’ Istituto superiore di sanità, ritenute, nel caso di negozi, bar e ristoranti, troppo penalizzanti. Così come abbiamo anche pubblicato l’elenco delle precauzioni prescritte ai parrucchieri e ai centri estetici per poter lavorare. Quindi le norme, anche se troppo penalizzanti e di difficile applicazione, ci sono…