Per Banca d’Italia l’economia Piemontese è tornata ai livelli del 2009

21 giugno 2020 | 08:35
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Per Banca d’Italia l’economia Piemontese è tornata ai livelli del 2009

Banca d’Italia Piemonte ha misurato gli effetti della pandemia su imprese, servizi, lavoro e finanza nel primo trimestre

Secondo l’indicatore Regio coin con cui Banca d’Italia Piemonte ha misurato gli effetti della pandemia su imprese, servizi, lavoro e finanza nel primo trimestre, l’epidemia da Covid-19 ha riportato l’economia del Piemonte ai livelli del 2009.

“L’indicatore – », ha spiegato Roberto Cullino dell’ufficio studi della Banca d’Italia del Piemonte – non è una misura del Pil in senso stretto, ma è il segnale di un freno molto forte dell’economia, analogo a quello che c’era stato tra il 2008 e il 2009. Il dato potrebbe peggiorare perché mancano aprile, maggio e giugno”.

Il Rapporto straordinario realizzato da Banca d’Italia mette in evidenza la perdita in Piemonte, tra il 1° febbraio e il 25 maggio, di 20mila posti di lavoro rispetto allo stesso periodo del 2019. La flessione non è dovuta ai licenziamenti bloccati fino a settembre, ma alle assunzioni che sono state 39mila in meno.
Il Piemonte paga un prezzo più alto dal punto di vista economico di altre regioni per la composizione settoriale: da un lato l’offerta ferma a causa del lockdown, ad esempio per l’auto e i macchinari, dall’altra i consumi che ristagnano.

L’industria prevede per il primo semestre un calo dei ricavi del 20% che arriva al 60% per i settori che hanno sospeso l’attività. Le imprese a rischio liquidità sono circa un quinto del totale. Tre quarti delle imprese dei servizi prevede un calo dei ricavi per l’intero anno e il 70% delle imprese industriali dice che ridurrà gli investimenti, ma questi dati potrebbero essere stati influenzati dal momento particolarmente difficile in cui le stime sono state fatte.

Tra il 25 marzo e il 26 maggio in Piemonte sono state accolte 25milarichieste di garanzia per un ammontare che sfiora il miliardo di euro, 5 volte quelle del 2019. Un dato positivo è l’esplosione dei depositi delle famiglie, cresciuti del 7% dopo l’aumento del 5% del 2019.