“La denatalità è la più grande tragedia del paese

12 luglio 2020 | 19:01
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“La denatalità è la più grande tragedia del paese

Campanella (PdF Cuneo): “Anche l’Istat lo certifica: troppi ostacoli al desiderio di genitorialità”

Scrive Mario Campanella (Popolo della Famiglia Cuneo).

“La pandemia ha accentuato la situazione, ma i dati resi noti oggi confermano che nulla si sta facendo per far rinascere l’Italia, un Paese che invecchia ogni anno di più e dove nulla viene fatto per contrastare una denatalità sempre in aumento. È un problema che non può non preoccuparci, perché anche la Granda risente da anni di questa tendenza negativa.
Una preoccupazione manifestata anche da Mario Adinolfi, Presidente nazionale del partito, che commenta il rapporto Istat presentato in particolare sul tema del calo delle nascite: “Un Paese sotto choc, che rinuncia ai figli, con conseguenze drammatiche sulla natalità: nel 2020 ci saranno 30mila nati in meno. Oggi lo dice il rapporto Istat. Da anni lo grida il Popolo della Famiglia, questa è la principale tragedia del Paese. E se non sarà varata subito la nostra proposta di reddito di maternità al posto dell’inutile Family Act a costo zero e presa in giro garantita del ministro Bonetti, la tragedia si farà irrecuperabile. Per far ripartire la natalità in Italia c’è una sola strada e l’ha fatta stampare in Gazzetta Ufficiale il Popolo della Famiglia con la fatica di migliaia di militanti che hanno raccolto le firme autenticate di decine di migliaia di italiani. Prima o poi anche sul reddito di maternità ci daranno ragione tutti, preghino solo che non sia troppo tardi. Mille euro al mese per i primi otto anni di vita di ogni figlio per le donne che si dedicheranno in via esclusiva a crescerli, svolgendo dunque la propria attività lavorativa in seno alla famiglia. Finalmente un nuovo vero diritto civile per le donne, rendendole libere di scegliere con un costo nettamente inferiore al reddito di cittadinanza che per noi va abolito, per far ripartire l’Italia dalla Famiglia e non dall’assistenzialismo”.