La legge “Riparti Piemonte” non si ferma
“La legge Riparti Piemonte non si ferma; degli 87 articoli che la compongono, sono soltanto 5 quelli su cui il Governo ha richiesto alla Regione dei chiarimenti”: così il presidente Alberto Cirio in seguito alle contestazioni alla legge arrivate dal governo
Dopo la notizia che il governo ha messo sotto osservazione il provvedimento “Riparti Piemonte”, con il quale la giunta regionale vuole dare nuovo slancio all’economia piemontese nel post emergenza coronavirus, si registra l’intervento del governatore Cirio che sull’argomento dichiara: “La legge Riparti Piemonte non si ferma; degli 87 articoli che la compongono, sono soltanto 5 quelli su cui il Governo ha richiesto alla Regione dei chiarimenti. Deve essere quindi chiaro che il bonus Piemonte, il bonus turismo, il voucher vacanze e tutte le altre misure a favore delle imprese e delle famiglie non hanno subito alcun rilievo del Governo, a dimostrazione della validità dell’impianto complessivo”: Decisa la presa di posizione del governatore che ha commentato la vicenda insieme al vicepresidente Fabio Carosso e agli assessori Vittoria Poggio e Maurizio Marrone.
Gli articoli oggetto di verifica da parte del Governo riguardano il contributo straordinario alle Atl per il riavvio economico del comparto turistico; la sospensione fino al 31 gennaio 2021 della presentazione delle domande per il rilascio di autorizzazioni per nuova apertura di centri commerciali e alcune norme di semplificazione in campo urbanistico.
“Daremo battaglia fino all’ultimo – garantiscono Cirio, Carosso, Poggio e Marrone – perché spiace che si vogliano bloccare risorse necessarie per la ripartenza del turismo, norme per la tutela dei piccoli commercianti di fronte all’espansione della grande distribuzione e altri provvedimenti per la lotta alla burocrazia, specialmente in campo urbanistico, che sono per noi principi irrinunciabili. E spiace anche constatare che appena una Regione dimostra il coraggio di fare la differenza e anticipare lo Stato nel contrasto alla burocrazia, il Governo centrale si ribelli a questa sfida innovativa per imporre il mantenimento della palude attuale”.