La situazione dei tassisti cuneesi ai tempi del Covid-19
Abbiamo fatto qualche domanda ad una delle categorie professionali più colpite dai due lockdown di quest’anno e mai sotto i riflettori come avrebbe dovuto essere. Ne è emerso un quadro complessivo preoccupante e che non accenna a migliorare.
Sono dati preoccupanti quelli che emergono dai racconti dei tassisti cuneesi che si sono ritrovati a vivere uno dei periodi più neri della storia contemporanea. Li abbiamo raggiunti stamattina, lunedì 30 novembre, nel piazzale della Stazione ferroviaria, per cercare di fare un bilancio generale su quest’anno disastroso sentendo direttamente i professionisti che l’hanno vissuto in prima persona. Al nostro arrivo c’erano cinque taxi parcheggiati. Da subito è apparso come evidente lo sconforto di un’intera categoria. Il primo tassista a cui ci siamo avvicinati ci ha risposto con un secco “No comment”, ritenendo probabilmente che la situazione fosse facilmente immaginabile da sola.
Molto più precisi sono stati altri due autisti, che ci hanno raccontato l’esperienza vissuta lungo tutto il corso di questa annata. “Il numero di corse giornaliere da marzo ad oggi si è più che dimezzato” è il coro unanime dei tassisti. “Se prima della chiusura di marzo potevamo raggiungere con relativa facilità gli 8-10 viaggi al giorno, oggi possiamo ritenerci fortunati a raggiungere le 3 corse quotidiane. Un numero chiaramente troppo basso per permetterci di guadagnare qualcosa ogni giorno”. La maggior parte delle corse, ci spiegano i tassisti, ormai è rappresentata da viaggi brevi, ma cominciano anche a scarseggiare questi ultimi. “La crisi la si vede anche proprio a partire dalla gente con cui abbiamo a che fare. Sono sempre di più le persone che si affacciano al finestrino chiedendoci il costo di una corsa fino alla Questura, ad esempio, e poi, sentito il prezzo, chiedono indicazioni su come arrivarci a piedi e non salgono sul taxi. Si è creato, insomma, un circolo vizioso di cui noi siamo le vittime principali insieme a tante altre categorie di professionisti”.
Per non parlare delle corse più lunghe, praticamente scomparse dal vocabolario dei tassisti. “È difficile che ci arrivino chiamate da lontano. In più, come se non bastasse, si è aggiunta anche la forte alluvione di Limone di inizio ottobre, che ha letteralmente bloccato il traffico dalla Val Vermenagna a Cuneo, di solito tra le tratte più percorse soprattutto nel periodo invernale, con sciatori e turisti che arrivano in stazione e si fanno portare fino ai luoghi di villeggiatura”. Senza dimenticare anche la situazione del Colle di Tenda. “I disastri che hanno riguardato il versante francese sono profondamente dannosi anche per noi. Non era raro, prima del lockdown, incontrare qualche cliente che chiedeva di raggiungere la Francia o la Liguria, passando per il traforo del Colle. Oggi, dovendo per forza allungare il percorso dopo quello che è successo, non è più pensabile avere richieste in tal senso. E l’impressione è che per i prossimi quattro o cinque anni la situazione non migliorerà affatto”. Insomma, il risultato principale di questo periodo è il fatto che Cuneo, da crocevia, si è trasformato in un punto morto per i tassisti.
A tutti questi dati sconfortanti si aggiunge anche quello sanitario. “I tassisti sono una delle categorie più esposte al rischio del contagio. Solitamente trasportiamo persone che arrivano da Torino, da Milano, dalle grandi città, che chiaramente presentano dati più allarmanti rispetto a Cuneo in termini di diffusione del Covid. Non a caso alcuni colleghi più anziani hanno deciso di sospendere la loro attività fino a quando la situazione sanitaria non migliorerà definitivamente”.
Alla domanda sugli aiuti ricevuti da parte delle istituzioni, i tassisti appaiono tutti piuttosto delusi. “Siamo un servizio pubblico, che per giunta riesce a coprire ventiquattro ore su ventiquattro. Lavoriamo spesso dalle sei del mattino, in molte occasioni concludiamo i nostri turni a mezzanotte, anche se, come è facilmente intuibile, di chiamate notturne non se ne vede quasi nessuna, ormai. A Cuneo siamo 22 taxi e sostanzialmente, oltre alle spese di mantenimento dell’auto, dobbiamo pagare il posteggio e l’attività del centralino. Ci saremmo aspettati degli aiuti maggiori da parte del Comune. Di fatto l’unica assistenza concreta da parte del Comune è arrivata a marzo, quando ci sono state fornite soltanto due confezioni di mascherine. A novembre non sono arrivate nemmeno quelle. Certo, il Comune non è tenuto per forza a darci una mano, ma potrebbe farlo, come è successo con altri lavoratori, almeno ovviando ai costi del centralino, che non sono così salati, specialmente in una realtà come la nostra. Non siamo a Torino o a Milano, dove i taxi sono centinaia. Coprire le spese del centralino per 22 vetture non avrebbe comportato costi esorbitanti per il Comune e avrebbe senz’altro aiutato concretamente un’intera categoria”. Qualche misura di sostegno in più, invece, si è vista da parte dello Stato, con i vari Decreti Ristori che sono arrivati anche ai tassisti, e che, ovviamente, sono stati molto apprezzati.
L’ultima questione affrontata è anche la più complessa. Abbiamo chiesto ai tassisti come si immaginano il 2021, se vedono un barlume di speranza all’orizzonte. La risposta è terribilmente sconfortante. “Non pensiamo ci saranno cambiamenti consistenti per la nostra categoria, almeno nell’immediato. Si parla di parziale riapertura adesso ma tutti gli esperti datano il picco del contagio tra gennaio e febbraio. Non è fantascienza pensare a un nuovo lockdown, forse ancora più stringente, nei prossimi mesi. Diciamo che sarà un anno, il prossimo, dove la parola chiave dovrà per forza essere ‘Accontentarsi’!”.
Questo è ciò che emerso dall’incontro diretto con una delle categorie più colpite dalla crisi economica da Covid-19, di cui la stampa, quella nazionale come quella locale, forse colpevolmente, non ha messo sotto la lente d’ingrandimento come avrebbe dovuto. La speranza è che possa migliorare la situazione economica al più presto, per contrastare questo circolo vizioso che ci hanno illustrato i tassisti cuneesi.