La situazione delle palestre cuneesi nell’anno del Covid-19
Continua la nostra indagine per dar voce alle categorie professionali più colpite dal virus nella nostra città. Questa volta ci siamo concentrati sulle palestre, indubbiamente indebolite in modo netto dalle due chiusure forzate di primavera e autunno.
Il bilancio nerissimo dell’anno che sta per volgere al termine ha colpito in maniera devastante in generale tutta l’economia nazionale e regionale. Tra le categorie professionali più sommerse dall’onda del Coronavirus c’è sicuramente quella delle palestre, visceralmente legata alla possibilità di spostarsi ed allenarsi in presenza da parte degli utenti, che in un anno come questo è venuta spesso meno. Così, dopo i tassisti e gli albergatori cuneesi, abbiamo intervistato i titolari di alcune delle principali palestre e centri specializzati nella mobilità del capoluogo. In termini generali, ne è venuto fuori un bilancio tutt’altro che confortante, con numeri in picchiata e uno sconforto pressoché unanime.
La prima realtà che abbiamo raggiunto, chiaramente al telefono, visto il periodo di chiusura che stiamo vivendo, è stata la palestra CrossFit Greyhound, sita in Via Donato Bramante 3/A. Un’attività giovane, specializzata in una disciplina recente e in costante espansione nel nostro paese, il Crossfit appunto. “In generale c’è stato un calo molto netto rispetto al 2019, soprattutto per via del primo, inaspettato lockdown. – ci spiega il titolare- Tuttavia crediamo di essere stati in generale meno colpiti rispetto ad altri nel nostro settore, per via delle minori spese da affrontare. Di fatto i nostri unici costi sono i canoni di locazione, non avendo grossi macchinari da mantenere o pagare”. Le cose sono andate decisamente meglio a seguito della riapertura estiva: “Abbiamo raggiunto quasi i nostri numeri abituali. Molta gente ha preferito rinunciare a vacanze lunghe e lontano per recuperare un po’ del tempo perduto in primavera, venendo ad allenarsi con una costanza a cui di solito, in piena estate, non siamo abituati”. Per quanto riguarda, invece, il tema degli aiuti statali, c’è stata una differenza netta tra i due lockdown. “Essendo un’associazione non siamo stati considerati durante la prima chiusura. Qualcosa in più si è mosso durante il secondo lockdown, con qualche entrata che ci ha permesso di far fronte all’affitto, ma nulla di eccezionale”. Ottima è stata, invece, la reazione dello staff in questo clima potenzialmente deprimente: “Abbiamo organizzato qualche lezione all’aperto, ma soprattutto abbiamo attivato un gruppo WhatsApp per comunicare quotidianamente con i nostri iscritti, prestando anche l’attrezzatura a chi non ne dispone a casa propria. Ci siamo attivati egregiamente e i nostri iscritti sono stati entusiasti”. Un modo per non impedire a chi è abituato a fare sport di muoversi con la solita costanza.
Altra realtà cittadina nata negli ultimi anni (precisamente nel 2014) è l’ASD Kickstar Team, situata in Via Discesa Bellavista 9. Una palestra specializzata in fitness, danza, arti marziali, sport da combattimento e in giocomotricità per bambini. “È stato un anno durissimo. Si può dire che abbiamo avuto un calo del 70% sugli iscritti, con numeri ancora più alti se consideriamo i ragazzi, visto che lavoriamo con molti bambini dai tre anni in su”. A spiegarci la situazione è Ivan Sciolla, fondatore della palestra nonché pluricampione del mondo di kickboxing in varie categorie di peso. “Le cose sono decisamente migliorate in estate, con numeri paragonabili a quelli precedenti al primo lockdown. Inoltre da giugno a settembre abbiamo inaugurato anche una serie di attività all’aperto, riservate soltanto ai nostri iscritti adulti. Ci è dispiaciuto non poter lavorare praticamente mai con i bambini perché le nostre attività, oltre che estremamente salutari, favoriscono anche la socializzazione e lo spirito di gruppo nei ragazzini, che è una delle cose che non possono mancare in fase di crescita”. Complesso il discorso sugli aiuti statali: “Molte realtà, non disponendo come noi della partita IVA, fanno fatica ad avere aiuti dallo stato. Diverso, per quel che ci riguarda, è il discorso del CONI regionale che ci ha sostenuti attivamente in questi mesi difficili. Mabisogna dire che gli aiuti, seppur benaccetti in ogni forma, non riusciranno mai a rimpiazzare il lavoro. Tutti le regole anti-Covid sono molto dispendiose, sia in termini di costi effettivi sia sotto l’aspetto lavorativo, ma pur di lavorare siamo disposti, noi come tutti gli altri, ad aprire con mille protocolli da rispettare alla lettera!”.
La terza palestra che abbiamo contattato è stata Boulegàn di Laura Lucchino di Via Carlo Massimiliano Roero 5/A. “Il calo del fatturato di questo 2020 è stato nettissimo, praticamente del 90% visto che siamo stati aperti a pieno regime solo per pochi mesi” ci ha spiegato la titolare. “Il fatto è che noi eravamo praticamente pronti per lavorare anche nel bel mezzo dell’emergenza. Lavoriamo sempre con al massimo quattro persone alla volta e quando abbiamo riaperto a giugno ci hanno permesso di ospitarne solo due. Inoltre sanificavamo tutto il locale più volte al giorno, attrezzatura compresa. Da settembre siamo ritornati, ma per un solo mese al numero abituale e poi siamo stati costretti a chiudere di nuovo, nonostante avessimo preso tutte le precauzioni del caso”. Sul piano degli aiuti, qualcosa si è mosso, almeno durante il primo lockdown: “In primavera siamo rientrati all’interno delle realtà sostenute dal Decreto Ristori, e ci è arrivato undiscreto aiuto da parte dello Stato. Mentre in questo secondo lockdown non abbiamo visto un euro. Ma più che gli aiuti, che non possono fare miracoli, come categoria avremmo voglia e bisogno di lavorare”. Anche a Boulegàn si sono attrezzati per non far perdere l’abitudine ad allenarsi dei loro iscritti, con iniziative interessanti: “Abbiamo preparato degli appuntamenti in streaming sul nostro sito per i nostri clienti e abbiamo organizzato, nei periodi di chiusura delle lezioni online ogni giorno, sia di gruppo sia per privati, attraverso la piattaforma Zoom. Non è la stessa cosa di lavorare con le persone in presenza, ma si fa di necessità virtù”.
Quarta e ultima realtà indagata è stata lo Studio Pilates Mar&Go fondato da Cristiana Marengo e situato in Piazza Europa 16. Più che una semplice palestra, Mar&Go è uno studio specializzato nella cura del movimento e della gestione fisica del proprio corpo, essendo specializzato in corsi quali il pilates e in altre discipline posturali e volte a comprendere i segnali del proprio corpo. “Avendo lavorato solo tre o quattro mesi i dati di quest’anno sono in picchiata. In estate le cose sono andate meglio, non avendo sentito il solito calo dei mesi più caldi tipico degli anni scorsi. In generale tutti i nostri clienti abituali sono tornati volentieri nel nostro Studio, anche perché molti di loro hanno proprio bisogno di muoversi, non è solo un hobby”. Gli aiuti anche in questo caso sono arrivati, ma a novembre, mentre in primavera molto tempo è stato dedicato alle attività online: “Durante la prima chiusura abbiamo caricato quotidianamente delle lezioni gratuite per i nostri clienti. La nostra è un’attività che non si può sospendere per troppo tempo, e infatti abbiamo avuto riscontri molto positivi da parte dei nostri frequentatori abituali”.
Comune a tutti gli intervistati è stato il punto di vista sulle speranze per il 2021. In generale, quello che tutti hanno sottolineato come punto cruciale è il fatto che il movimento e l’attività fisica non sono mere passioni e attività superflue, ma fondamentali ingredienti per la salute fisica e mentale di chi le pratica. Spesso e anche da molte istituzioni, le palestre sono viste come luoghi di svago per la gente, non fondamentali e imprescindibili. In realtà solo una piccola fetta degli iscritti è costituita da semplici amatori, mentre la stragrande maggioranza dei clienti va nelle palestre per muoversi, tenersi in forma, adottare uno stile di vita sano e bilanciato. In un anno come quello che sta per finire, dove la popolazione è stata costretta per mesi nelle proprie case, l’esigenza di muoversi, di fare attività fisica l’hanno sentita davvero tutti. La speranza della categoria per il prossimo anno, dunque, è che il 2020 possa aver insegnato a tutti qualcosa di nuovo, e che nasca, nelle coscienze di tutti, istituzioni e privati cittadini, una nuova equazione: movimento = salute.