I ristoratori di Roccaforte Mondovì chiedono aiuto: “Stiamo pian piano morendo, lasciateci lavorare”
Il grido dei titolari di cinque locali: “Le categorie che ci rappresentano dovrebbero fare sentire di più la nostra voce, sappiamo far rispettare e rispettare a nostra volta le regole attuali. Oltretutto, abbiamo anche investito soldi e tempo per adeguarci alle normative vigenti”
La crisi sanitaria e l’emergenza epidemiologica tuttora in corso in Italia stanno flagellando praticamente tutti i settori dell’economia del nostro Paese, non ultimo quello della ristorazione.
A testimonianza di ciò, riportiamo la notizia del video girato dai titolari di alcuni locali di Roccaforte Mondovì (“Pizzeria Ristorante Belvedere”, “Pizzeria Amadeus”, “Bistrocc”, “Caffè Lurisia” e “Al Campetto”), il cui scopo è quello di denunciare una condizione precaria e ormai insostenibile per queste attività.
“Vogliamo fare valere i nostri diritti di lavoratori – esordiscono nel filmato –. Il lavoro è un diritto e come tale vogliamo esercitarlo. Non siamo qui per protestare contro idee politiche o negare l’attuale situazione, ma il settore della ristorazione ha i medesimi diritti dell’industria e della grande distribuzione. Le categorie che ci rappresentano, secondo noi, dovrebbero fare sentire di più la nostra voce di lavoratori che sanno far rispettare e rispettare le regole attuali. Oltretutto, abbiamo anche investito soldi e tempo per adeguarci alle normative vigenti”.
“Non siamo noi gli untori – proseguono -, poiché è ormai dimostrato dai fatti che le varie chiusure non hanno migliorato la situazione sanitaria, ma hanno indubbiamente peggiorato la situazione economica, psicologica e sociale. I piccoli Comuni come i nostri non possono sostenere le medesime regole delle metropoli e noi comunque saremmo felici di rimboccarci le maniche riaprendo le nostre attività, consapevoli che non sarà, come prima, a pieno regime, ma almeno potremmo sopravvivere, perché solo con asporto e consegne a domicilio stiamo pian piano morendo. Non possiamo essere danneggiati e dimenticati nei nostri diritti, ma dover comunque adempiere a tutti i doveri. Anche noi abbiamo il diritto di lavorare”.