Lo sci club di Ceva scrive a Cirio: “Siano consentiti i corsi di avviamento e perfezionamento per i bambini, altrimenti salteranno un anno”
Domenico Pera, presidente del sodalizio: “Stiamo garantendo una stagione regolare ai nostri atleti, ma non ai più piccoli, che resterebbero tagliati fuori dalle squadre agonistiche il prossimo inverno”
Una lettera indirizzata alla Regione Piemonte e al suo presidente, Alberto Cirio, per denunciare un problema sentito nel mondo della montagna invernale: è il mezzo attraverso cui Domenico Pera, presidente dello sci club di Ceva, ha inteso far sentire la propria voce e accendere i riflettori su un tema caro alle giovani leve.
Riportiamo integralmente di seguito il suo intervento.
DOMENICO PERA, PRESIDENTE SCI CLUB DI CEVA
“Siamo un piccolo sci club della provincia di Cuneo, di circa 500 associati, impegnato nella promozione della pratica dello sci. Offriamo corsi di sci per principianti e di perfezionamento, proponiamo squadre agonistiche per piccoli atleti e per i master, offriamo gite e soggiorni sciistici nelle località nord-occidentali, pianifichiamo momenti di festa sulla neve e ci interessiamo anche della pratica dello scialpinismo, organizzando gare di cronoscalata inserite nei circuiti regionali.
Per colpa della difficile situazione che stiamo attraversando quest’anno abbiamo modificato tutto il nostro programma e, per fortuna, grazie all’indispensabile interessamento della FISI, alla lungimiranza delle autorità governative e al grande impegno lavorativo delle piccole stazioni sciistiche con cui collaboriamo, stiamo garantendo una regolare stagione agonistica per tutti i nostri atleti.
A gennaio dovevamo far partire i corsi sci di avviamento e di perfezionamento per i nostri piccoli soci, ma attualmente, benché tutto sia organizzato, ciò è impossibile per il perdurare della chiusura al pubblico di tutte le stazioni sciistiche. Siamo preoccupati per questa situazione, perché tutti i bambini sperano di poter sciare e anche perché molti di loro, se non potranno perfezionarsi quest’anno, il prossimo non potranno accedere alle squadre agonistiche e saranno costretti a perdere un anno. Oltretutto, sanno che i loro coetanei atleti sciano regolarmente, mentre loro sono impossibilitati a seguire dei corsi, che sono comunque attività di formazione.
Con questa lettera, sicuri di non scostarci dal pensiero di tutti gli altri sci club nazionali, vogliamo portare alla vostra conoscenza le problematiche su scritte e vi chiediamo di prendere in considerazione la possibilità di permettere l’attivazione dei suddetti corsi che, secondo noi, dovrebbero essere inquadrati non come attività ludico-turistica, ma come attività formative. Riteniamo altresì che possano svolgersi rispettando tutte le direttive dettate dalle norme anti contagio.
A tal scopo, elenchiamo alcune particolarità di questi corsi, in modo da illustrare i punti forti della sicurezza sanitaria garantita:
– le lezioni sono settimanali e di due o tre ore ciascuna e non si svolgono mai a cavallo dell’ora di pranzo, quindi non vi sono problemi di assembramento per la consumazione del pasto;
– il trasporto è sempre individuale e a cura delle rispettive famiglie, quindi nessun assembramento su mezzi di trasporto pubblici o su quelli eventualmente messi a disposizione dell’associazione;
– come saputo, tutta l’attività è svolta all’aperto, compresa la vestizione e la svestizione dei partecipanti. Questi, proprio perché sono principianti o, comunque non esperti, usufruiscono di impianti di risalita che garantiscono il distanziamento sociale (tapis roulant, skilift);
– non sussiste il problema della coda alla biglietteria, perché ad ogni partecipante viene venduto un abbonamento valido per tutta la durata del corso;
– non sussiste il problema della coda agli impianti, perché i partecipanti sono divisi in gruppi di circa 10 unità e queste si muovono distanziate lungo le piste innevate;
– i bambini iscritti sono tutti ragazzi in età di scuola primaria e quindi trascorrono già molto del loro tempo condividendo tra di loro tempi e luoghi”.