“Seconde case aperte, finalmente”: il timido segnale di risveglio della montagna invernale
Paolo Manera, imprenditore di San Giacomo di Roburent, sottolinea: “Bene così, ma è stato insostenibile e anticostituzionale da parte del Governo bloccare l’accesso alle private proprietà, senza neanche accennare alla benché minima riduzione delle imposte”
Dopo i chiarimenti pervenuti dal Governo circa la possibilità di raggiungere, anche fuori regione, la propria seconda casa, a prescindere dalla colorazione del luogo di partenza e di quello di arrivo, ha fatto sì che le borgate alpine del Cuneese cominciassero a ripopolarsi.
Succede, per esempio, a San Giacomo di Roburent, come conferma l’imprenditore Paolo Manera: “Ieri sera, durante il mio giro di sgombero neve, ho potuto vedere con gioia che alcune finestre delle seconde case erano aperte e alcune stanze erano illuminate. Questo è un timido segno di risveglio territoriale.
Speriamo sia l’inizio di un ordinato ritorno alla fruizione delle seconde case e che questi flussi di turisti possano dare lievi ristori (finora quasi inesistenti da parte dello Stato) alle attività dei territori montani”.
Manera, peraltro, rimarca a chiare lettere come sia stato “insostenibile e anticostituzionale bloccare l’accesso alle private proprietà, senza neanche accennare alla benché minima riduzione delle imposte”, aggiungendo che “la pandemia non è ancora finita, ma speriamo che questo movimento e lo sblocco da parte del Cts del protocollo per la gestione degli impianti di risalita possano dare respiro alle economie di valle e delle cittadine sottostanti”.