Sci ancora fermo, Prato Nevoso: “Qui si chiude la porta, per sempre, al lavoro e alla dignità di centinaia di persone, famiglie, imprese”
Gian Luca Oliva, amministratore delegato della Prato Nevoso spa: “Questo Governo e questi esperti che dovrebbero avere in mano il destino del nostro Paese hanno la più pallida idea di cosa significhi preparare interi comprensori sciistici?”
Prato Nevoso, stazione sciistica appartenente al comprensorio del Mondolé Ski, non riesce a rassegnarsi di fronte all’ennesima proroga della chiusura delle piste da sci in Italia.
“È una vergogna non consentire l’apertura degli impianti sciistici a poche ore dalla ripartenza – si legge nel nuovo comunicato stampa diramato in queste ore –. Una mancanza di rispetto per tutta la montagna italiana. La Prato Nevoso spa prende le distanze dalla decisione di un Governo che sta dimostrando di non avere a cuore il futuro dei lavoratori italiani. La scelta assurda di fermare a poche ore dalla ripartenza un intero sistema produttivo che dopo mesi di stop si era messo faticosamente in moto è una decisione folle, scellerata”.
In particolare, Gian Luca Oliva, amministratore delegato della Prato Nevoso spa, parla a nome di centinaia di dipendenti e lavoratori del comprensorio sciistico pratonevese: “Non accettiamo tutto questo. Siamo stati collaborativi per mesi e mesi. Abbiamo atteso tutte le indicazioni e concordato le linee guida che il Comitato tecnico scientifico ha prima respinto, poi accettato. Lo stesso Comitato, a poche ore dal via, ha detto che riaprire non era sicuro. Una presa in giro che il mondo della montagna respinge fermamente. Non possiamo più accettare un trattamento simile”.
Poi, una serie di interrogativi, permeati inevitabilmente dal livore per una decisione che trancia le gambe a un intero comparto turistico: “Questo Governo e questi esperti che dovrebbero avere in mano il destino del nostro Paese hanno la più pallida idea di cosa significhi preparare interi comprensori sciistici? Qui si chiude la porta, per sempre, al lavoro e alla dignità di centinaia di persone, famiglie, imprese. Un trattamento così è inaccettabile in un Paese civile”.