Sci non riparte, Unione Montana Alpi del Mare: “tempi e modi inadeguati”
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“Una decisione presa a poche ore dalla riapertura è inaccettabile, e provoca un danno economico pesante per tutti quegli operatori che si stavano preparando a sostenere e gestire una ripartenza in sicurezza”
Attraverso una nota congiunta, i Sindaci dei Comuni dell’Unione Montana delle Alpi del Mare (Boves, Chiusa di Pesio, Peveragno, Roaschia, Valdieri) esprimono il loro parere sulla mancata riapertura degli impianti sciistici a partire da domani (lunedì 15 febbraio).
“Vogliamo manifestare – si legge nella nota – la nostra piena solidarietà a tutti gli operatori dei settori economici legati allo sci alpino. A poche ore dalla possibile (e concessa) autorizzazione alla riapertura degli impianti sciistici è arrivata una doccia fredda, terribile sia perché spegne le speranze di chi con lo sci e le attività connesse ci lavora e mantiene le proprie famiglie, sia perché vanifica il lungo lavoro di preparazione per la riapertura in sicurezza, con una mole di investimenti, spese e lavori fatti in questi giorni da tantissime imprese. Soldi gettati al vento, speranze in fumo, e soprattutto tanto disorientamento e sconcerto”.
“Non ci permettiamo – si legge ancora – di contestare la scelta in sé, ma il modo: se si era a conoscenza di dati e tendenze che sconsigliavano la riapertura, bisognava avere il coraggio di prendere le decisioni giuste, per quanto dolorose, nei tempi e nei modi adeguati. Una decisione presa a poche ore dalla riapertura è inaccettabile, e provoca un danno economico pesante per tutti quegli operatori che si stavano preparando a sostenere e gestire una ripartenza in sicurezza. Sui media passano ogni giorno notizie di imprenditori che si ribellano, e di sempre più diffuse trasgressioni alle prescrizioni in materia di prevenzione e contenimento del contagio da COVID 19 da parte dei cittadini. Purtroppo non è certo con simili terribili indecisioni che si migliorerà la fiducia verso le istituzioni, specie dopo un periodo ormai lungo un anno di privazioni, difficoltà e paure”.
“Al ministro competente – si conclude la nota – rivolgiamo un invito a rivedere tempi e modi di adozione delle decisioni, per quanto comprensibilmente difficili, per non rischiare di compromettere ulteriormente una situazione già di per sè delicatissima. Agli operatori e agli abitanti delle nostre montagne va tutta la nostra solidarietà e vicinanza”.