I compagni e gli insegnanti dell’Istituto Cravetta-Marconi di Savigliano ricordano il 18enne di Racconigi morto nell’incidente di ieri sera
Deni Bellucci frequentava l’Istituto Cravetta-Marconi di Savigliano. Ieri nel terribile incidente di Savigliano il 18enne ha perso la vita. Compagni ed insegnanti lo ricordano così.
“Abbiamo fatto in tempo, ieri, alla quarta ora con la prof. d’italiano, a dirti che, se non fossi stato in questa classe avremmo dovuto inventarti. Non sappiamo ora cosa saremo, senza di te.
Senza la tua gentilezza, la tua voce a volte lamentosa, i tuoi racconti sul “verme solitario” e lo “scroccare” merendine e appunti a destra e a manca. Affamato di cibo e di vita. La tua passione per la scienza e per la Torino esoterica, i tuoi progetti per il futuro, l’università e poi il camice da infermiere. Il tuo essere romantico con Renata, le attese dei weekend per stare solo con lei. Il tuo imparare in 5 minuti che tanta invidia buona ogni volta ci ha suscitato. Il tuo essere maturo ancora prima di averli compiuti questi 18 anni in lockdown, il tuo essere responsabile e obiettivo, il tuo metterti alla prova e voler fare sempre meglio. Il tuo fingere disinteresse quando poi a mezzanotte stavi ancora a commentare verifiche su Classroom. La tua autoironia sulla carnagione, il tuo tifare per il sud, per Palermo. I tanti caffè condivisi, gli aperitivi e le feste. Le paternali, le tue argomentazioni appassionate, specie quelle sulle ingiustizie.
Ci hai insegnato tanto, come compagno di scuola, amico e alunno. Il tuo banco non sarà di nessun altro. Uno di noi, per il 26, preparerà il capitolo di Storia per farti prendere 9, ti faremo fare bella figura! E, memori della tua schiettezza, cercheremo di dire sempre cosa pensiamo. Ci darai tu la forza. Racconteremo di te, dei tuoi consigli, del tuo essere pronto ad aiutarci a credere in noi stessi. Delle poche parole e dei tanti fatti di cui ci hai fatto dono. Il vuoto, che ora sembra incolmabile, tornerà a splendere come un tesoro.
Ora siamo incazzati col mondo, disperati, ma rideremo ancora, tu vorresti questo e il tuo sorriso risplenderà sui nostri volti. Perché, quello, non può morire. Ti porteremo con noi e saremo adulti anche per te.
Abbiamo scritto perché tutto questo lo sappiano tuo padre, Renata e chi non ha avuto la fortuna di conoscerti. Abbiamo scritto, una cosa che, lo sai, non ci riesce sempre facile, perché queste righe rimangano impresse, a suggello dei sentimenti che tu e la tragedia che si è portata via il tuo corpo “secco” avete mischiato in noi.
GRAZIE, DENI, GRAZIE. Buon viaggio…”
3A e 3B PSS con insegnanti, Cravetta-Marconi