Ceretto presenta Federica Manzon, protagonista #9 de “La via selvatica”
“La frontiera è il pezzo più selvatico del territorio che viviamo. Federica Manzon friulana, triestina d’adozione, raccontando Trieste, il mare e i boschi ci porta sul confine delle parole e delle cose” Matteo Caccia introduce così la protagonista della conversazione dal titolo “Il confine del domestico”.
Alba. Proseguono le conversazioni de “La via selvatica”: mercoledì 12 maggio, sul sito www.ceretto.com, sarà possibile vedere ed ascoltare la scrittrice Federica Manzon in dialogo con Matteo Caccia.
Il progetto, curato da Matteo Caccia e proposto dalla Famiglia Ceretto, si compone di 12 dialoghi che fanno emergere le esperienze profonde dei protagonisti. É un percorso lungo un anno che indaga la natura selvatica e autentica, le sue regole immutabili, la sua ostinata capacità di ripetersi, la sua ricerca di un’armonia smarrita, di un equilibrio virtuoso in cui l’uomo sia capace di interagire con rispetto nella consapevolezza che la vera protagonista è la natura.
“La frontiera è il pezzo più selvatico del territorio che viviamo. Federica Manzon friulana, triestina d’adozione, raccontando Trieste, il mare e i boschi ci porta sul confine delle parole e delle cose”Matteo Caccia introduce così la protagonista della conversazione dal titolo “Il confine del domestico”.
“Il camminare si porta dietro una dimensione di stare al mondo, di solitudine, di riflessione, di ascolto della propria voce interiore che è difficile da trovare e da ascoltare. Camminare in un bosco ti allena ad ascoltarla… Quando ci spostiamo camminando, abbiamo un tempo più lento che andare in macchina, andare in treno, andare in aereo, che ci permette un’attenzione diversa a tutto ciò che è esterno. Il camminare ci dispone a una modalità diversa e per me ha molto a che fare con il trovare un tuo ritmo interiore, stare tranquillamente da solo e non preoccuparti di fare quella attività che facciamo tutti i giorni tipo tiro fuori il telefono, lo guardo, aggiorno la pagina Facebook anche un po’ come ansiolitico.” Racconta Federica Manzon.
Federica Manzon, nata nel 1981 a Pordenone, laureata a Trieste in Filosofia Contemporanea, vive e lavora tra Torino e Milano. È autrice dei romanzi: Come si dice addio (Mondadori, 2008), Di fama e di sventura (Mondadori, 2011) – con il quale ha vinto il Premio Rapallo Carige per la Letteratura Femminile e il Premio Campiello Selezione Giuria dei Letterati – e La nostalgia degli altri (Feltrinelli, 2017), Il bosco del confine (Aboca edizioni, 2020). Ha curato l’antologia I mari di Trieste (Bompiani, 2015). È stata editor della narrativa straniera di Mondadori e attualmente è responsabile della didattica per la Scuola Holden.
Con “La via selvatica” un funambolo, un paesaggista, una lupologa, un allenatore sportivo, un musicista, ma anche una chef, un meteorologo, una scrittrice, uno storico, un navigatore, un semiologo e un esploratore, in un percorso lungo un anno, riveleranno l’essenza più autentica dell’uomo, necessaria per essere nuovamente capaci di ascoltare la natura e vivere in equilibrio con essa.
Scenario di questi dialoghi i luoghi intatti e autentici all’interno dei territori Ceretto – dalle vigne, al ristorante Piazza Duomo, alla Cappella del Barolo, alla Casa d’artista, passando per le cantine della Tenuta Monsordo Bernardina e Bricco Rocche – sintesi di cura e valorizzazione del territorio.
Gli interventi sono trasmessi e resi fruibili online ogni 12 del mese su www.ceretto.com.
Calendario dei successivi appuntamenti:
12 giugno: Tommy Kuti, Musicista
La musica non addomesticata
Il Rap, la musica delle periferie, la voce di chi non aveva voce. Come le parole cesellate e incastonate in rime e versi liberano forze nuove in chi le ascolta.
12 luglio: Franco Cardini, Storico
Il territorio e la sua storia
La storia ci insegna qualcosa? La storia delle religioni ci racconta chi siamo? Addomesticare il passato per comprendere un presente che spesso ci sfugge.
12 settembre: Stefano Bartezzaghi, Semiologo
“Salvatico è chi si salva” (Leonardo da Vinci)
La lingua cresce in noi spontanea, coi suoi frutti, i fiori, i rovi, i veleni. Cultura, o coltura, è provarsi a ordinare la selva senza sradicarla e senza rinunciare all’energia che la origina.
Il Gruppo Ceretto è un’azienda familiare che ha le sue radici in un territorio di rara bellezza come quello delle Langhe, e da tre quarti di secolo unisce alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio enogastronomico italiano la promozione dell’arte.
Per maggiori informazioni e aggiornamenti consultare il sito www.ceretto.com