Chiara Gribaudo (PD) sull’emendamento sui concorsi pubblici: “Salvaguardati i neolaureati”
È stato approvato ieri sera in Senato l’emendamento all’Art.10 Comma 1. Nei concorsi pubblici il metodo di “preselezione” per titoli potrà essere applicato soltanto per profili tecnici e altamente specialistici, non per quelli amministrativi.
La Commissione Affari Costituzionali del Senato ha emendato, nella serata di ieri, giovedì 13 maggio, le recenti norme proposte dal Ministro Brunetta riguardanti la preselezione dei titoli nei concorsi della pubblica amministrazione. Il provvedimento aveva fatto discutere in quanto prevedeva che, nello stilare le graduatorie dei concorsi, i titoli e le esperienze professionali e personali avrebbero contato di più delle carriere esclusivamente accademiche. In questo modo, i neolaureati, che per forza di cose hanno una minore esperienza lavorativa rispetto ad altri, sarebbero stati pesantemente svantaggiati in sede di concorso. Sulla base dell’emendamento di ieri sera, invece, tale modus operandi potrà essere applicato solo nella selezione di profili tecnici e altamente specializzati, ovvero in quelle categorie dove essi possono realmente fare la differenza,e non per l’ambito amministrativo. Anche perché la maggior parte dei concorsi della Pubblica Amministrazione è aperta a tutti i possessori di un diploma di maturità, che sarebbero stati inevitabilmente tagliati fuori dalla selezione a priori.
Tale norma da subito ha trovato l’opposizione di molte forze politiche, primi fra tutti i partiti di centro-sinistra, con il PD in prima linea. E proprio in merito all’emendamento di ieri sera si è espressa l’onorevole cuneese Chiara Gribaudo, attraverso un post su Facebook:
“Approvato l’emendamento sui concorsi pubblici!
Ieri a tarda sera, come avevo annunciato, la I Commissione del Senato ha approvato l’emendamento del relatore e i relativi sub emendamenti, frutto di un intenso lavoro del Partito Democratico in queste settimane, che modificano radicalmente l’art. 10 comma 1 lettera c) come segue:
“per i profili qualificati dalle amministrazioni, in sede di bando, ad elevata specializzazione tecnica, una fase di valutazione dei titoli legalmente riconosciuti e strettamente correlati alla natura e alle caratteristiche delle posizioni bandite, ai fini dell’ammissione a successive fasi concorsuali;”
Il metodo della preselezione per titoli potrà quindi essere utilizzato solo per profili “tecnici” e non amministrativi, e solo per qualifiche di elevata specializzazione, per individuare competenze specifiche in campo tecnico sulle quale i titoli possono realmente rappresentare la differenza.
Siamo riusciti così a salvaguardare le migliaia di giovani neolaureati che si stanno preparando per i concorsi pubblici e che vogliono rappresentare un ricambio generazionale e una spinta innovativa per la nostra Pubblica Amministrazione.
Grazie al Presidente della Commissione Dario Parrini, al relatore Gianclaudio Bressa, al senatore Tommaso Nannicini, al collega di segreteria Antonio Nicita per il loro prezioso lavoro.
Senza discriminazioni verso i più giovani e i più bravi, la PA potrà cambiare davvero”.