Riaprono i Centri Antiviolenza in Piemonte
Chiara Caucino “un’ottima notizia per le troppe donne che durante il lockdown, come descrivono i dati più recenti, sono state costrette a subire inaccettabili violenze domestiche. Un fenomeno odioso, aggravato dalla difficoltà di denunciare i soprusi e di trovare rifugio e conforto. Proprio quello che offrono i nostri Centri”.
La Giunta regionale ha disposto la riapertura dei Centri Antiviolenza sulla base di precise indicazioni operative per la sicurezza delle attività.
“Si viene così incontro ad un’esigenza concreta di protezione nei confronti della donne vittime di violenza”, sottolinea l’assessore alle Politiche sociali Chiara Caucino, che la giudica “un’ottima notizia per le troppe donne che durante il lockdown, come descrivono i dati più recenti, sono state costrette a subire inaccettabili violenze domestiche. Un fenomeno odioso, aggravato dalla difficoltà di denunciare i soprusi e di trovare rifugio e conforto. Proprio quello che offrono i nostri Centri”.
“Credo – aggiunge Caucino – che compito della politica sia proprio proteggere i più fragili, tra cui rientrano a pieno titolo le donne che sono state costrette a subire soprusi, violenze e angherie e che intendo proteggere con tutti i mezzi a disposizione. Non a caso, su mia proposta, la Giunta ha aumentato di 200.000 euro il Fondo per le spese legali”.
La realtà piemontese è particolarmente articolata: sul territorio sono presenti 21 Centri Antiviolenza e 12 Case rifugioche operano in maniera integrata con la rete di servizi socio-assistenziali e assistenziali. Nel 2019, ultimo rilevamento, i Centri Antiviolenza hanno seguito 3150 persone e 94 posti sono stati messi a disposizione dalle Case rifugio per l’accoglienza di donne, sole o con figli.