Chiara Gribaudo ringrazia Mattarella per le parole sul lavoro nel suo discorso di re-insediamento

4 febbraio 2022 | 13:31
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Chiara Gribaudo ringrazia Mattarella per le parole sul lavoro nel suo discorso di re-insediamento

Nel corso del suo intervento di ieri pomeriggio il riconfermato Presidente della Repubblica ha parlato di lavoro, soffermandosi in particolar modo sulle difficoltà che incontrano sulla loro strada professionale le donne e i giovani italiani.

Ieri pomeriggio è ufficialmente iniziato il secondo settennato di Sergio Mattarella come Presidente della Repubblica Italiana. Come da prassi il capo di stato ha tenuto un discorso di insediamento a Parlamento unificato in cui ha illustrato tutte le principali questioni che dovranno essere affrontate dal Paese nei prossimi sette anni, quelli definiti come “del post-pandemia”. La deputata cuneese del PD, presente di fronte a Mattarella, ci ha tenuto a ringraziare il Presidente della Repubblica, sottolineando in modo particolare un passaggio del suo discorso su tematiche a lei da sempre molto care.

La deputata di Borgo San Dalmazzo infatti ha scritto su Facebook: «Con grande emozione oggi abbiamo ascoltato le parole del Presidente Sergio Mattarella, vi riporto qui un passaggio per me molto significativo. Da far ascoltare in ogni casa d’Italia, in ogni scuola.

“Nell’ultimo periodo gli indici di occupazione sono saliti – ed è un dato importante – ma ancora tante donne sono escluse dal lavoro, e la marginalità femminile costituisce uno dei fattori di rallentamento del nostro sviluppo, oltre che un segno di ritardo civile, culturale, umano. Tanti, troppi giovani sono sovente costretti in lavori precari e malpagati, quando non confinati in periferie esistenziali. È doveroso ascoltare la voce degli studenti, che avvertono tutte le difficoltà del loro domani e cercano di esprimere esigenze, domande volte a superare squilibri e contraddizioni. La pari dignità sociale è un caposaldo di uno sviluppo giusto ed effettivo. Le diseguaglianze non sono il prezzo da pagare alla crescita. Sono piuttosto il freno di ogni prospettiva di crescita. Nostro compito – come prescrive la Costituzione – è rimuovere gli ostacoli.
Accanto alla dimensione sociale della dignità, c’è un suo significato etico e culturale che riguarda il valore delle persone e chiama in causa l’intera società. La dignità. Dignità è azzerare le morti sul lavoro, che feriscono la società e la coscienza di ciascuno di noi. Perché la sicurezza del lavoro, di ogni lavoratore, riguarda il valore che attribuiamo alla vita. Mai più tragedie come quella del giovane Lorenzo Parelli, entrato in fabbrica per un progetto scuola-lavoro. Quasi ogni giorno veniamo richiamati drammaticamente a questo primario dovere della nostra società. Dignità è opporsi al razzismo e all’antisemitismo, aggressioni intollerabili, non soltanto alle minoranze fatte oggetto di violenza, fisica o verbale, ma alla coscienza di ciascuno di noi. Dignità è impedire la violenza sulle donne, profonda, inaccettabile piaga che deve essere contrastata con vigore e sanata con la forza della cultura, dell’educazione, dell’esempio. La nostra dignità è interrogata dalle migrazioni, soprattutto quando non siamo capaci di difendere il diritto alla vita, quando neghiamo nei fatti la dignità umana degli altri. È anzitutto la nostra dignità che ci impone di combattere, senza tregua, la tratta e la schiavitù degli esseri umani.
Dignità è diritto allo studio, lotta all’abbandono scolastico, annullamento del divario tecnologico e digitale. Dignità è rispetto per gli anziani che non possono essere lasciati alla solitudine, privi di un ruolo che li coinvolga. Dignità è contrastare le povertà, la precarietà disperata e senza orizzonte che purtroppo mortifica le speranze di tante persone. Dignità è non dover essere costrette a scegliere tra lavoro e maternità”. Grazie Presidente».