Carceri della Granda, i Radicali rispondono al Garante dei detenuti di Saluzzo
I membri dell’Associazione Gianfranco Donadei, che hanno segnalato gravi carenze nelle condizioni di vita dei carcerati, sono stati citati negativamente dal Garante Paolo Allemano nell’ultimo consiglio comunale e hanno risposto facendo valere le proprie ragioni.
Gli esponenti dell’Associazione Radicali Cuneo – Gianfranco Donadei ci hanno tenuto a rispondere al dottor Paolo Allemano, Garante dei detenuti di Saluzzo che nell’ultimo consiglio comunale, svoltosi lo scorso 29 marzo, si è espresso non del tutto positivamente sulla nota rilasciata dagli stessi Radicali cuneesi a seguito delle visite compiute nelle carceri della Granda dagli stessi lo scorso anno, nella fattispecie a Ferragosto e sotto Natale.
Proprio nell’ultima di queste visite, i Radicali avevano riscontrato gravi mancanze e criticità nel carcere Morandi di Saluzzo, legate soprattutto all’assenza di docce in tutte le celle, come previsto da una legge approvata nel 2000. Di fronte alle segnalazioni alle autorità competenti, diffuse per mezzo stampa, il dottor Allemano ha affermato che esse sono state volte a suscitare “clamore giornalistico” più che a cercare di migliorare davvero la situazione all’interno della casa circondariale saluzzese. Una dichiarazione che ha spiazzato i membri dell’Associazione Gianfranco Donadei, che hanno risposto al Garante attraverso una lunga nota, di seguito riportata.
“Una premessa risulta d’uopo: in primis, ringraziamo di cuore il dott. Allemano per il lavoro che ha svolto e svolge, con attenzione e puntualità. Sappiamo benissimo cosa voglia dire essere “Garante dei detenuti”, anche perché tale figura (comunale o regionale che sia) nasce nel 2013, soprattutto grazie alla ferma volontà e all’alacre lavoro svolto dai radicali in merito. Lo sappiamo benissimo alla luce di anni e anni (anche antecedenti al 2013) di visite agli istituti penitenziari, effettuate di Ferragosto o Natale, quando molti sono impegnati in altre attività sicuramente più amene. Detto ciò, nella sua relazione il dott. Allemano elenca dapprima tutto ciò che di positivo si stia facendo al “Morandi”, grazie a volontari, associazionismo laico e cattolico, scuola, università (per quanto manchino educatori a sufficienza: ne sono presenti solo 4 su 7 assegnati, e s’ha da ricordare), per rendere più umano un luogo che è l’antitesi per antonomasia della civiltà, per quanto ci riguarda. Anche e soprattutto dopo due anni di pandemia e restrizioni varie. E ci associamo anche alle sue parole su temi delicati come la raccolta differenziata all’interno della struttura che stenta a decollare: abbiamo di persona notato, nella nostra visita in data 12 dicembre, molti corridoi invasi da immondizia di vario genere e, soprattutto, nessuna differenziazione dei rifiuti.
Siamo rimasti, però, decisamente stupiti e quanto meno spiazzati dalla critica che l’Allemano ci rivolge, citando noi e la nostra visita di cui sopra. Il garante, onestamente con tono e parole poco gradevoli, apostrofa la nostra visita come semplice atto per suscitare clamore giornalistico e non per migliorare la situazione carceraria. È necessario fare un po’ ordine e, umilmente, memoria anche all’Allemano: siamo stati testimoni di una violazione della legge, lo abbiamo segnalato (anche tramite una diffida al DAP e alla Direzione, oltre ad un’e-mail al Garante Regionale on. Bruno Mellano), non ci è stata data risposta e abbiamo presentato un esposto, ma non “per la mancanza delle docce” come è stato affermato, bensì per omissione d’atti d’ufficio. E il dott. Allemano, che è uomo di legge, ma soprattutto uomo di diritto, conosce finanche meglio di noi la differenza. Detto ciò, noi lottiamo per ciò che si deve: se si è testimoni durante una visita (concessaci dalla legge) di una mancanza (quella delle docce nelle celle, prevista dalla legge datata 2000) saremmo stati omertosi nel non segnalarla. Non vedere applicata una normativa che nasce più di 20 anni fa a noi non sembra cosa da poco, come “dire che gli ospedali non funzionano”.
La nostra storia parla per noi: ci si deve quanto meno riconoscere l’unicità, come associazione politica, nell’interessarsi da tempo immemore all’universo-carcere e con l’unica arma consentitaci (come cittadini prima e come radicali poi), la legge, per ovviare alle mancanze dello Stato. Stato che, spesso, in questi luoghi drammatici è assente. Ed è in questi luoghi drammatici, forse, in cui dovrebbe essere ancor più presente! E non si ritiene quanto meno surreale che, a distanza di vent’anni, come lo stesso Allemano giustamente nota nel suo intervento, non si sia provveduto? A noi pare ciò “discutibile, quanto meno discutibile” e non la nostra segnalazione e di qui denuncia. “Prima di andare dal procuratore, bisogna pensare a rendere funzionale (il carcere) e nuovi percorsi” dice il Garante. Certamente, aggiungiamo noi cosa che facciamo, forse mai abbastanza, da decenni, come detto in apertura. A livello nazionale e locale. L’irritazione dovrebbe essere rivolta non a chi segnala (e ci mette la faccia e la firma, sugli esposti!), ma verso chi non si adopera ad attuare una disposizione ultraventennale! Verso un sistema, un mondo, quello carcerario, basato su storture, permessi, burocrazie, lungaggini, mancanza di personale educativo e di sorveglianza.
Sì, a Saluzzo manca il comandante e fa bene, stavolta sì, il Garante Allemano ad irritarsi: lo abbiamo segnalato anche noi nella nostra uscita “propagandistica” sulla stampa locale. E lo abbiamo fatto proprio in nome di quel tentativo di rendere “meno tesa”, come afferma il dott. Allemano, la situazione all’interno del “Morandi”, in chiusura del suo intervento. E continueremo con le nostre visite, continueremo con le nostre segnalazioni e denunce (se ravviseremo altre mancanze), e non per “uscire sui giornali”, e non per demolire un sistema che è già precario: per riportare anche solo un atomo di diritto in quei luoghi difficili dove “se scruti dentro l’abisso, in realtà è l’abisso che scruta dentro te” (F. Nietzsche)“.