Si conclude la traversata invernale delle Dolomiti di Giovanni Panzera

11 marzo 2022 | 11:00
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Si conclude la traversata invernale delle Dolomiti di Giovanni Panzera
Si conclude la traversata invernale delle Dolomiti di Giovanni Panzera
Si conclude la traversata invernale delle Dolomiti di Giovanni Panzera
Si conclude la traversata invernale delle Dolomiti di Giovanni Panzera
Si conclude la traversata invernale delle Dolomiti di Giovanni Panzera
Si conclude la traversata invernale delle Dolomiti di Giovanni Panzera

La Winter Edition del progetto “Pedalando tra le aquile” ha visto il cicloturista cuneese percorrere le Dolomiti innevate, tra paesaggi suggestivi e una nuova esperienza in sella.

È termina la cavalcata invernale di “Pedalando tra le Aquile” di Giovanni Panzera attraverso le Dolomiti. In questo inverno anomalo dove scarseggia la neve Giovanni ha trovato strade praticabili ma con presenza di ghiaccio che hanno reso soprattutto le discese particolarmente insidiose e pericolose.

Del resto le temperature durante il giorno sono sempre rimaste costantemente sotto lo 0 con punte che hanno raggiunto i -15°. Temperature che in discesa comportano con la velocità un notevole abbassamento, basti pensare che a -10 con una velocità di 30 km/h la temperatura percepita è di -25°.

Le difficoltà di questa avventura invernale non sono state limitate alla presenza di ghiaccio ma hanno richiesto a Giovanni uno sforzo supplementare perché l’aria che entra nei polmoni è molto fredda e rende più difficoltoso il respiro, quindi alla normale fatica per la salita si è aggiunta anche questa particolare e non facile situazione da gestire.

Ma il cicloturista cuneese ha continuato imperterrito nell’affrontare salite scalando Passi Dolomitici trai quali: Pordoi, Sella, Falzarego, Gardena, Valparola, San Pellegrino, Rolle, Valles e Furcia che sono nella memoria di tutti; una memoria che ci riporta alle imprese di grandi campioni come Coppi, Bartali, Pantani e molti altri che proprio su queste montagne hanno scritto pagine indelebili della storia del ciclismo.

“Per me raggiungere questi epici colli nel periodo invernale, all’età di 56 anni è stato un doppio successo, risultato di un duro e costante allenamento durato ininterrottamente nei mesi invernali sulle “mie” montagne del cuneese e curato nei mini particolari da mio fratello Teresio che in questi anni è diventato il mio preparatore” ha dichiarato Giovanni Panzera.

Fuori dalle strade principali le piste sono innevate e ghiacciate ma anche in questo caso Giovanni ha saputo come affrontare questi percorsi, sostituendo i copertoni invernali con quelli chiodati. In questo modo ha raggiunto angoli suggestivi come la borgata Fuciade che è considerato uno dei luoghi più caratteristici e magici dei “Monti Pallidi” dove si respira l’autentico ambiente dolomitico.

A completare questa avventura due salite “hors categorie” il Passo Giau, considerato uno dei più impegnativi delle Dolomiti che dalla località di Caprile prevede 16 km. con una pendenza media del 9% e tratti al 14/16% e il Passo di Monte Giovo (16 km. con una pendenza media del 7,5% e tratti al 10%). Ultima salita e ultima fatica è stato il Passo Palade che da Merano presenta un dislivello di 1300 metri.

“Un viaggio, un’avventura che ho portato a termine come sempre con grande costanza e determinazione – racconta Giovanni – e la felicità di aver completato un altro tassello di questo straordinario progetto che è “Pedalando tra le aquile”.  740 km., 20 passi dolomitici, 17.600 metri di dislivello. Un’esperienza invernale che mi ha permesso di immergermi in questo straordinario ambiente dove il gelo – che è stato un compagno di viaggio – trasforma ogni cosa e trasforma queste montagne in un ambiente magico. È stata anche l’occasione di innumerevoli incontri. Visto che non si incontrano altri ciclisti molto è stato lo stupore nel vedermi affrontare queste salite e ovviamente scattava la domanda: “da dove vieni?” ed è dalla risposta che gli incontri sono diventati l’occasione per far conoscere lo stupendo territorio del cuneese, un territorio che amo e di cui sono un orgoglioso ambasciatore del cicloturismo cuneese nel mondo.

Ringrazio tutte le persone e le aziende e gli Enti – continua Giovanni – che mi sono a fianco da anni in questo grandioso progetto; a partire dalla Merlo spa nella persona del Cav. Amilcare Merlo, all’ATL del Cuneese, alle Alpi del Mare, alla Thor di Busca, alla Confartigianato ANCOS, al Comune di Cuneo, al Panthlon Cuneo e a tutti i media: televisivi, radiofonici, web e della carta stampata”.