La Regione Piemonte condannata senza appello da Legambiente
Ha ricevuto la Bandiera Nera “Per la scelta di investire 2 milioni e mezzo di euro in 4 piccole stazioni sciistiche del cuneese sotto i 2000 metri, quota considerata dagli esperti insostenibile con i cambiamenti climatici in atto”
Sabato 18 giugno a Chiaverano in provincia di Torino sono state attribuite per il ventesimo anno le Bandiere Verdi e Nere di Legambiente, l’associazione ambientalista che da anni conduce battaglie per il miglioramento del territorio. Il riconoscimento va a comunità, imprese, amministrazioni locali ma anche a singoli cittadini che si sono distinti per valorizzare il territorio alpino rispettando l’ambiente. Le bandiere verdi quest’anno sono state 19: 4 sono arrivate in Piemonte e di esse, 2 riguardano il cuneese.
Vi abbiamo dato conto delle bandiere verdi assegnate da Legambiente al cuneese, ma dobbiamo anche parlare della bandiera nera che si è guadagnata la Regione Piemonte e che riguarda la nostra provincia.
La motivazione della attribuzione della bandiera nera è perentoria: «Per la scelta di investire 2 milioni e mezzo di euro in 4 piccole stazioni sciistiche del cuneese sotto i 2000 metri, quota considerata dagli esperti insostenibile con i cambiamenti climatici in atto».
«La giunta regionale – sostiene Legambiente – a dicembre 2021, all’inizio di uno degli inverni più avari di neve degli ultimi 50 anni, ha deliberato di finanziare quattro interventi sulle montagne cuneesi insostenibili dal punto di vista economico e ambientale. Il più consistente, da un milione e mezzo di euro, è destinato a Garessio 2000, la piccola stazione sciistica costruita negli anni 60 sul colle di Casotto e che il comune di Garessio, dopo una serie di fallimenti e cambi di gestione, ha affidato ad una società privata. Quest’anno per assenza di neve i due skilift non hanno mai funzionato. A febbraio 2022 la regione ha firmato con il comune un accordo di programma che prevede il ripristino della seggiovia, la creazione di una pista downhill, un impianto di innevamento artificiale, un rifugio alpino sul Monte Berlino, un nuovo anello dedicato allo sci di fondo».
«Altrettanto negativo – continua la motivazione – il giudizio sul finanziamento destinato a Bagnolo Piemonte: 680 mila euro per realizzare un impianto di innevamento di «RucaSki», stazione sciistica da anni tenuta in vita con quello che definiamo accanimento terapeutico. Al di là dei costi di gestione sarà impossibile garantire anche con i cannoni la neve necessaria per poter sciare sulle 6 piste tutte sotto i 1800 metri. La costruzione di un bacino idrico per la produzione di neve sarà un’altra ferita ad un’area montana già devastata dalla colata di cemento di condomini e alberghi oggi sottoutilizzati. Sbagliata anche la scelta di finanziare con 100 mila euro un impianto di innevamento a Pontechianale, in Valle Varaita, l’unica tra le 4 stazioni del cuneese premiate con questo pacchetto ad avere piste sopra i 2000 metri. Mentre sarebbe stato comprensibile un sostegno al comune per migliorare la seggiovia, molto utilizzata anche in estate, l’investimento sulla neve artificiale non fa i conti con la sete e la scarsità di acqua di queste valli del cuneese. La scorsa estate lo storico rifugio Quintino Sella, nella vicina valle Po, ai piedi del Monviso, ha dovuto chiudere per mancanza di acqua».
«Si prefigura come uno sfregio alla montagna – conclude Legambiente – anche la pista di Sky-roll che sarà realizzata ad Entracque, finanziata al 50 per cento, con 350 mila euro della Regione, come previsto dall’accordo di programma siglato con il comune. Nell’area delle piste di fondo, sarà creato un percorso in asfalto lungo due chilometri e largo 4 metri. Non basta la promessa di usare un asfalto marrone per definire il progetto a basso impatto ambientale. Di fatto è l’ennesimo consumo di suolo in area montana di pregio».