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Cosa mangeremo tra 50 anni? A Palazzo Banca d’Alba protagonista il “Cibo del Futuro”

3 luglio 2022 | 11:00
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Cosa mangeremo tra 50 anni? A Palazzo Banca d’Alba protagonista il “Cibo del Futuro”
Cosa mangeremo tra 50 anni? A Palazzo Banca d’Alba protagonista il “Cibo del Futuro”
Cosa mangeremo tra 50 anni? A Palazzo Banca d’Alba protagonista il “Cibo del Futuro”

Come si evolverà la nostra alimentazione, tra agricoltura simbiotica, insetti e lumache

Alba. Cosa troveremo nei nostri piatti tra pochi anni? I cambiamenti climatici, con tutto ciò che ne consegue, quanto cambieranno della nostra alimentazione?

Esistono cibi a basso impatto ambientale che ancora non conosciamo? A queste e molte altre domande si è tentato di dare una risposta durante l’Aperitalk di Circonomia 2022 “Il Cibo del Futuro”, che si che si è svolto a Palazzo Banca d’Alba.

Nell’ultimo appuntamento del festival dedicato a economia circolare e transizione ecologica prima della sosta estiva, si sono confrontati, moderati dal divulgatore ambientale e direttore artistico di Circonomia Roberto Cavallo, esperti del settore come Sergio Capaldo, Carlotta Totaro Fila, Simone Sampò e Paolo Corvo.

Sergio Capaldo, Presidente del Consorzio di allevatori La Granda e responsabile qualità carni del gruppo Eataly, e Presidente del Consorzio Eco-Simbiotico, ha sottolineato come “il cibo è salute se è di qualità. Ed è una chiave di lettura diversa, perché puoi fare innovazione anche nella tradizione. Dobbiamo cambiare il concetto di cibo perché abbiamo dimenticato le sue radici, ovvero la microbiologia del suolo. Si interviene positivamente se la terra viene trattata in un certo modo. E di questo si occupa l’agricoltura simbiotica. Abbiamo un biota microbico ricchissimo di cui conosciamo solo il 5% e da anni studiamo questo fenomeno. Dobbiamo studiare l’equilibrio di questa biodiversità del suolo e in Italia dobbiamo essere all’avanguardia lavorando sulla qualità. I sistemi di monocultura stanno distruggendo il suolo, stiamo sbagliando totalmente l’agricoltura, rendendo diverso il cibo che mangiamo. Dobbiamo oggettivare la qualità perché siamo quello che mangiamo”.

Carlotta Totaro Fila, Fondatrice di Alia Insect Farm, la prima azienda nata in Italia per produrre e trasformare insetti destinati esclusivamente all’ alimentazione umana: “La nostra start up è innovativa e si basa sull’allevamento dei grilli, quello che comunemente viene definito novel food. L’Unione Europea ha già autorizzato questo genere di alimenti per il consumo umano, ma l’autorizzazione alla commercializzazione dell’EFTA deve essere valutato caso per caso sulla base di criteri di allevamento e produzione, che noi dobbiamo ancora ottenere e su cui stiamo lavorando. Dai grilli si può produrre una farina che può integrare in percentuale le farine tradizionali già presenti sul mercato e nella nostra alimentazione per la preparazione di pasta, pane o dolciumi, fornendo un maggior apporto proteico ed offrendo un’alternativa importante al consumatore”.

Il Direttore dell’Istituto Internazionale di Elicicoltura, Simone Sampò, ha invece parlato di una nuova frontiera, quella dell’elicicoltura: “La nostra storia a Cherasco nasce nel 2016, creando un disciplinare di produzione adottando ad esempio una parte di agricoltura simbiotica, perché la terra fondamentale e la chiocciola è un formidabile indicatore della sua salute. Queste prime regole del “Chiocciola metodo Cherasco” hanno indicato i climi e la tipologia dove andiamo ad allevare. Quest’anno abbiamo creato una nuova forma di allevamento breve, con apposite sale parto dedicate all’ingrasso delle chiocciole. Innovazione, ricerca e digitalizzazione ci consentono di ottimizzare gli allevamenti, ad esempio per quanto riguarda la fondamentale gestione idrica. Tutto questo ci ha portato oggi ad avere una filiera certificata, oltre 800 allevatori in tutto il mondo e un prodotto di qualità sempre più versatile e che stimola la fantasia degli chef, che oggi utilizzano la chiocciola anche per hamburger o arancini. E numerosi chef stellati, anche dalla Francia scelgono il nostro prodotto”.

Paolo Corvo, sociologo e docente dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, ha concluso parlando dei cambiamenti in atto nel rapporto tra uomo e cibo: “La pandemia ha cambiato il nostro rapporto con il cibo, le persone in casa hanno ripreso a cucinare e quindi hanno sviluppato una maggior attenzione ai prodotti, privilegiando la qualità e l’ecosostenibilità. Tuttavia va risolto il problema dell’eccessivo costo di alcuni prodotti che coniugano le due caratteristiche, e non riservarli alle persone più abbienti. Il futuro dell’alimentazione sta tutto nel nuovo rapporto che sta nascendo tra produzione e consumo, ad esempio con i mercatini della terra, e nella sempre più crescente ibridazione in cucina, che fonde insieme l’attenzione al locale e all’internazionale”.

L’incontro dedicato al cibo del futuro conclude il ciclo di appuntamenti primaverili di Circonomìa 2022. Il festival dell’economia circolare tornerà a settembre con i consueti Aperitalk del mercoledì alle 18 in diretta da Palazzo Banca d’Alba e una tre giorni di appuntamenti, incontri e convegni dal 22 al 24 settembre, che si concluderanno con la finale della seconda edizione del Green Music Contest.

La settima edizione di CIRCONOMÌA, il Festival dell’economia circolare e della transizione ecologica è organizzata daGmi (Greening Marketing Italia), Cooperativa Erica, Aica (Associazione internazionale per la comunicazione ambientale) ed Eprcomunicazione.

Anche l’edizione 2022 del festival è patrocinata dal Ministero della Transizione Ecologica, dalla Regione Piemonte, dal Comune di Alba e da Rai per il Sociale, e vede al suo fianco Banca d’Alba come Title sponsor; Enel, Dentis Recycling Italy, Novamont e CONOU in veste di Main Sponsor; Fondazione CRC, Montello SpA, Greenthesis, Montecolino e Ricrea come Gold Sponsor; Confindustria Cuneo, Egea, Esgeo, CiAl, Biorepack e Go Rent come Silver Sponsor e i Partner CIC – Consorzio Italiano Compostatori, Confindustria Cisambiente, Cartesar, Coripet, Erion, La Filippa, Renoils e Univetro.