Crisi idrica, la conferenza dei Radicali cuneesi nello Stura fantasma
Per sensibilizzare sul tema più problematico della Granda dal punto di vista ambientale, Filippo Blengino e il presidente dei Radicali Italiani Igor Boni hanno tenuto una conferenza stampa nel letto completamente asciutto del fiume di Cuneo.
Cuneo. Si è tenuta questa mattina la conferenza stampa a cura dei Radicali cuneesi in merito alle soluzioni possibili al problema della crisi idrica, particolarmente grave nell’ultimo periodo nella Granda e non solo. Un incontro in una cornice surreale, dato che ha avuto luogo direttamente nel letto del fiume cuneese, completamente vuoto nel suo punto solitamente più florido, sotto la pedancola delle Basse, a pochi metri dal centro di canottaggio. Protagonisti sono stati Filippo Blengino, Segretario dell’Associazione Radicali Cuneo – Gianfranco Donadei e il Presidente di Radicali Italiani, il torinese Igor Boni.
Una questione, quella dello sfruttamento delle risorse idriche, su cui i Radicali cercano di sensibilizzare l’opinione pubblica da oltre vent’anni, invocando interventi mirati ed intelligenti da parte delle autorità, specialmente da parte della Regione. La priorità assoluta, hanno ribadito ancora una volta i radicali nell’incontro odierno, è quella di ridurre i consumi, non semplicemente aumentare gli invasi ed attingere dai bacini artificiali. L’irrigazione a goccia, ad esempio, metodo tra i più efficaci per ridurre la quantità di acqua impiegata nell’agricoltura (che costituisce il 75% dell’acqua impiegata a livello regionale) è utilizzata solo per il 9% degli impianti nella nostra regione (contro la media nazionale del 40%). “Servono interventi mirati in tal senso e non derogare il problema al minimo deflusso vitale” è il coro unanime di Blengino e Boni. Il minimo deflusso vitale, che il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio invoca come principale soluzione al problema acqua, prevede l’impossibilità ad attingere dalle fonti idriche oltre un certo livello minimo che possa garantire la piena possibilità di vita e di stabilità ecologica a fiumi e torrenti. Soluzione che non può ovviamente essere messa in atto nei fiumi totalmente in secca come lo Stura di oggi.
Altro problema rilevante, in cui però il Piemonte non rappresenta il fanalino di coda a livello nazionale, è quello della perdita dell’acqua da parte degli acquedotti, con la nostra regione che perde “soltanto” il 40% dell’acqua proveniente dagli acquedotti (in linea con la media nazionale) contro il preoccupante 70% del Lazio. “Non si può delegare la soluzione di un problema diffusissimo in tutta la Pianura Padana ai soli enti locali, con leggi regionali e talvolta provinciali che possono fare ben poco. Serve una politica quanto meno padana” hanno concluso i Radicali, ribadendo come se vent’anni fa si fossero attuate le strategie proposte dagli stessi sul modello di una realtà come Israele, oggi la situazione sarebbe molto meno grave.