Tutti abbiano il diritto di sapere qual è il futuro sanitario di questa provincia
Solavagione: «Venti anni di tagli, 27 miliardi di tagli della sanità pubblica, 209 ospedali chiusi complessivamente in Italia»
«Non ci sono solo i campanilismi. Non è solo questione di ospedale di Cuneo o di Verduno, e neppure di ospedale in pieno centro città oppure a Confreria. É questione di venti anni di tagli, di 27 miliardi di tagli della sanità pubblica, di 209 ospedali chiusi complessivamente in Italia». Così il segretario generale della Cisl di Cuneo Enrico Solavagione, che annuncia un convegno sul futuro della sanità e dell’assistenza del territorio cuneese.
«È un’iniziativa importante che abbiamo organizzato con la federazione dei pensionati, con la Fisascat che è la federazione del commercio ma che tutela anche categorie come la sanità privata, con la Funzione pubblica che tutela chi lavora in sanità, perché pensiamo che tutti i cittadini, i lavoratori, i pensionati e le pensionate, tutti abbiano il diritto di sapere qual’è il futuro sanitario di questa provincia».
«Avremo degli ospiti importanti che parteciperanno al Convegno, dal Presidente regionale Alberto Cirio alla neo Sindaca Patrizia Manassero, poi l’assessore regionale Luigi Icardi, la direttrice dell’Azienda Santa Croce e Carle Elide Azzan, il direttore di Asl CN1 Giuseppe Guerra e il direttore di Asl CN2 Massimo Veglio. Interverranno anche Matteo Galleano, Francescantonio Guidotti, Fabrizio Silvestro, Alessandro Lotti, Angelo Vero, Luca Caretti. Abbiamo un Parterre importante».
Il convegno si terrà mercoledì 6 luglio dalle ore 9 nella Sala Einaudi del Palazzo della Provincia di Cuneo in Corso Dante.
«L’intento è quello di migliorare questa situazione perché l’ormai famoso e conosciuto da tutti PNRR mette a disposizioni 15 miliardi da investire sulla sanità e noi pensiamo, come Sindacato CISL, che debbano essere spesi bene. Sono soldi per lo più dati in prestito e quindi ci sono investimenti che devono essere fatti in modo mirato e soprattutto in modo intelligente. Pensiamo ad esempio alle “case di comunità” che devono, secondo noi, prevedere una assistenza domiciliare maggiore, che dia ai pensionati e ai malati cronici la possibilità di poter restare a casa finché è possibile, con i propri affetti».
«Abbiamo davvero visto in questi due anni di pandemia – conclude il Segretario Cisl Solavagione – delle situazioni drammatiche di abbandono e di emarginazione per gli anziani e per le persone malate che non vorremmo più rivedere».