Cirio: “Nuovo Ospedale di Cuneo, ecco come sono andate le cose”
Ieri mattina il Presidente della Regione Alberto Cirio ha voluto chiarire come si sono svolti i fatti che stanno portando alla costruzione del nuovo ospedale di riferimento della provincia di Cuneo. Annunciata per novembre una Conferenza dei Servizi in attesa della valutazione sull’offerta della società privata
A margine dell’inaugurazione del nuovo reparto di Terapia Semi-intensiva del Santa Croce e Carle di Cuneo che è avvenuta ieri mattina [di cui vi abbiamo dato conto qui], il governatore della Regione Piemonte Alberto Cirio ha voluto prendere la parola per chiarire “una volta per tutte” la cronologia dei fatti che riguardano il nuovo ospedale.
«Questa di oggi (ieri 6 ottobre ndr) – ha detto Cirio – è l’occasione per mettere un parola molto chiara sul nuovo ospedale, perché ho letto in campagna elettorale molte cose che non erano corrette. La campagna elettorale adesso è finita e dobbiamo dire le cose come stanno con assoluta chiarezza perché altrimenti rischiamo di fare confusione e di non rispettare il lavoro di questa struttura e in generale i cittadini.
«Primo: l’ospedale di Cuneo è l’ospedale di riferimento, l’Hub della provincia di Cuneo. Lo era, lo è e lo sarà. Ciò non toglie che lavoriamo per gli ospedali tutti, di Nizza Monferrato, di Ponderano, di Asti, di Mondovì, di Verduno.
«Secondo: per fare un ospedale bisogna seguire delle procedure e non sbagliarle. Se decidiamo di fare qualcosa, dobbiamo considerare tutte le variabili, muoverci con grande attenzione, come se fossero soldi nostri. La delibera che dice che dobbiamo fare un nuovo ospedale è regionale perché la programmazione fa capo alla Regione, ma dove si deve costruire, su che terreno, questo non lo decide la Regione ma la Conferenza dei Sindaci del territorio. E i sindaci hanno deciso che l’ospedale si farà sul terreno dell’ospedale Carle.
«Per fare un ospedale occorrono i soldi. Abbiamo ottenuto una significativa cifra di finanziamento, un tetto, pubblicato sulla gazzetta ufficiale. L’Inail è disponibile a pagare un finanziamento di 310 milioni di euro.
«Quindi, abbiamo la programmazione, abbiamo il luogo, abbiamo i soldi. Che tipo di ospedale facciamo? Con quali servizi? Il mondo cambia, bisogna fare uno studio approfondito e qui interviene la Fondazione CRC che decide di finanziare lo studio. Quando abbiamo lo studio, partiamo con gli atti propedeutici. Dobbiamo decidere quale è il miglior progetto.
«A maggio arriva un privato che si propone come prevede la legge per un progetto di partenariato pubblico privato [Ne avevamo dato conto qui]. La proposta arriva all’azienda ospedaliera Santa Croce e Carle (ASO) che la trasmette a Torino chiedendo “È una proposta seria, credibile?”. La regione fa una prima indagine per verificare la fondatezza della proposta incaricando gli esperti dell’IRES di valutarla. Quando Ires, l’istituto regionale di economia e sviluppo risponde che è fondata, la Regione in data 8 agosto scrive alla ASO dicendo che l’offerta è fondata. Allora l’Azienda ospedaliera di Cuneo inizia le sue verifiche ma giustamente, per avere gli strumenti migliori, apre un bando che è scaduto a fine settembre e cerca un a società di consulenza (Advisor) che aiuti nella decisione.
«Intanto noi come Regione scriviamo al dipartimento interministeriale per la programmazione economica a Roma chiedendo se ritengono preferibile il finanziamento dell’Inail oppure il progetto di partenariato. Il Dipartimento risponde (le cose in Italia funzionano) e dice che il progetto è interessante e chiede di approfondire alcuni aspetti.
«Adesso l’Azienda, avvalendosi delle società di consulenza, deve fare la valutazione sulla “congruità” dell’offerta e noi come Regione istituiremo una “Conferenza dei servizi” dove saranno presenti tutti i soggetti che hanno interesse (sindaco di Cuneo, presidente della Provincia, Presidente della Fondazione Nuovo Ospedale, Presidente della Fondazione CRC eccetera) e con la conferenza dei servizi riusciremo a mettere forse la parola “fine” sulla questione e dire al privato “Grazie, la tua proposta era buona ma non è conveniente”, oppure “Grazie, siamo favorevoli ad accogliere la tua proposta perché è conveniente”.