Pensionati: «La Giunta Regionale tradisce gli anziani e le loro famiglie»

27 ottobre 2022 | 07:38
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Pensionati: «La Giunta Regionale tradisce gli anziani e le loro famiglie»
L’inserzione a pagamento pubblicata mercoledì

I sindacati dei pensionati CGIL, CISL, UIL hanno pubblicato sulla pagine locali de La Stampa un’inserzione per lamentare il fatto che «La Regione Piemonte ha infranto le promesse più volte ribadite e ha dimenticato gli impegni solenni di migliorare la situazione esistente»

Ieri, 26 ottobre, è stata pubblicata anche sulla pagina provinciale di Cuneo del quotidiano La Stampa, come in tutto il Piemonte, un’inserzione a pagamento con il titolo «La Giunta Regionale tradisce gli anziani e le loro famiglie». A volerla i sindacati dei pensionati di CGIL, CISL e UIL.

Le organizzazioni dei lavoratori lamentano che «Dopo i due anni di pandemia e decine di migliaia di anziani morti, la Regione Piemonte ha infranto le promesse più volte ribadite e ha dimenticato gli impegni solenni di migliorare la situazione esistente».

Scrivono i sindacati: «Aumentano le tariffe delle residenze per anziani (RSA) per un ammontare medio di almeno 800 euro all’anno, senza compensazioni per le famiglie già colpite duramente da inflazione e caro bollette. I malati non autosufficienti non possono finire in ospizio. Secondo le direttive regionali, gli ospedali potranno dimettere gli anziani non più in fase acuta, inviandoli nelle RSA, strutture a ridotta valenza sanitaria (con soli 24 minuti di infermiere al giorno di media) e senza medico presente. Ci vuole un nuovo modello di Assistenza degli anziani, proposto da tempo dai sindacati dei pensionati CGIL, CISL e UIL, per privilegiare la domiciliarità o migliorare in maniera sostanziale le RSA. Non solo nulla migliora, ma ci si impegna per peggiorare. La Giunta segnala in sostanza un preoccupante vuoto di idee, di prospettive e di futuro. Ci batteremo con determinazione contro questi gravi provvedimenti».

Nel mese di luglio – sostengono i sindacati in una nota – approfittando della generale disattenzione per il caldo infernale, la guerra e persino la caduta del Governo, la Giunta Regionale ha deciso le dimissioni degli anziani dagli ospedali alle RSA, invece che a strutture a valenza sanitaria, ponendo in essere le basi per l’aumento delle tariffe delle RSA poi formalizzate all’inizio di settembre.

Le tariffe sono state aumentate del 5,1% per un ammontare medio di almeno 800 euro l’anno in un periodo in cui l’inflazione a quasi doppia cifra e un aumento senza precedenti dei prezzi dell’energia taglieggiano le famiglie a reddito fisso. E questo senza alcuna compensazione per le famiglie, aiuti che più volte e in varie sedi sono stati promessi. Nessun aumento della quota sanitaria che possa mitigare la somma in più e neppure un finanziamento alle amministrazioni comunali per sostenere le famiglie più povere.
Siamo in attesa – sostengono ancora CGIL, CISL e UIL – dei tanto reclamizzati “Voucher” che se va bene si vedranno a gennaio e sempre che non siano impiegati per altro.

In effetti gli ospedali possono dimettere gli anziani non più in fase acuta, ma ancora non guariti, inviandoli nelle RSA senza fissare criteri di adeguatezza delle strutture alle condizioni sanitarie necessarie per un’adeguata assistenza anche sanitaria e non solo assistenziale.
«A nulla è valso – scrivono ancora i sindacati – chiedere che si esigessero standard diversi, come quelli dei Centri di ricovero a valenza sanitaria (CAVS). La Regione precisa anzi che le caratteristiche possano rimanere quelle attuali, ossia che in media ci sono 24min di assistenza infermieristica ogni 24ore, che può non essere presente il medico in struttura e che una parte cospicua del personale può non avere neppure la qualifica di OSS».
Il sindacato dei pensionati insieme alle Confederazioni ha chiesto un nuovo modello di assistenza degli anziani che privilegi la domiciliarità o modelli di autonomia abitativa protetta e solidale, trasformando le RSA in hub sanitari ed assistenziali, supporti a progetti di vita e con reparti a valenza sanitaria per le situazioni molto gravi.

«Nulla di tutto questo è nella mente di chi governa la Regione, le nostre parole sono cadute nel vuoto, vuoto di idee, di prospettive, di futuro».
Nei prossimi giorni i sindacati dei Pensionati CGIL, CISL e UIL del Piemonte hanno preannunciato ulteriori iniziative.