Ricci, meravigliose creature a rischio estinzione in meno di 20 anni
I volontari del Centro Recupero Ricci “La Ninna” di Novello spiegano come fare per aiutarli ora che è imminente il letargo
La prima neve è scesa e tanti sono gli animali che si preparano ad affrontare l’inverno. Primo tra tutti il piccolo ed utilissimo riccio.
Il tenerissimo insettivoro appartenente al genere dell’Erinaceus e non un roditore come erroneamente si pensa, nel mese di novembre si prepara al letargo.
In queste ultime settimane, infatti, cercano un luogo tranquillo dove poter costruire la propria tana, solitamente in un buco nel terreno sotto le radici di un albero, sotto cespugli, siepi, sotto cataste di legna, rami e foglie.
Sono proprio le foglie ben compattate ad avere una funzione termica, una sorta di strato coibentante nel quale il riccio si sentirà protetto e al caldo e potrà, come natura comanda, abbassare le sue funzioni vitali senza rischiare di congelare durante la stagione invernale.
Quando il riccio si iberna, il suo battito cardiaco e il suo respiro rallentano e la loro sopravvivenza dipende tutta dal grasso accumulato che trasformano in energia.
Se per diversi motivi (scarsità di cibo, malessere, nascita tardiva) non riescono a farne una sufficiente scorta, questo, assieme alla lunga ricerca di cibo e di una tana idonea, può rendere difficile la certezza tra il letargo o la morte.
Lavori e pulizie in giardino in autunno e all’inizio della primavera, possono far scoprire piccoli animali che paiono morti ad un occhio indaffarato.
In queste operazioni, tanti ricci perdono la vita o vengono gravemente feriti a causa dell’incauto uso di decespugliatori o bruciati sotto i cumuli di rami e foglie.
Con sempre meno spazi verdi e meno luoghi sicuri, i ricci rischiano di non trovare un posto protetto per trascorrere il letargo. Non a caso a forza di cercare un nascondiglio, stremati e deboli possono finire per addormentarsi in posti pericolosi per la loro incolumità e al freddo.
Spiegano i volontari del Centro Recupero Ricci “La Ninna” di Novello: “Se non si farà nulla, queste meravigliose creature si estingueranno nel giro di 10-20 anni. Investimenti d’auto, topicidi, mancanza di prede e utilizzo massiccio di prodotti chimici in agricoltura, perdita dell’habitat a causa delle monocolture, impossibilità di andare in letargo a causa del cambiamento climatico, orti e giardini senza cespugli o erba incolta, stanno mettendo a dura prova l’esistenza di questi pacifici e utilissimi animali. Proprio in questi giorni, nel nostro Centro ne stanno arrivando tantissimi feriti e disorientati e crediamo che, come ogni anno, tanti saranno quelli scambiati per morti e buttati nelle pattumiere da coloro che li trovano addormentati in giardino”.
Per aiutare questi piccoli animali utilissimi nei nostri giardini, ci sono semplici regole da rispettare e piccole iniziative da portare avanti per dar loro una mano.
Prima regola: se trovate qualche riccio apparentemente “morto” non seppellitelo e non buttatelo nella spazzatura, potrebbe essere semplicemente in letargo! Assicuratevi invece che l’animaletto “immobile” sia in un posto sicuro e caldo.
Prima di intervenire, contattate sempre un centro di recupero (C.R.A.S.) o inviate un messaggio privato tramite messenger al Centro Ricci “La Ninna” http://m.me/centrorecuperoriccilaninna, dove un team di volontari sapranno darvi i giusti consigli.
Non rendiamoci colpevoli dell’estinzione di un’altra meraviglia della natura, cerchiamo, insieme, di fare la differenza.
Ogni riccio salvato e soccorso è un passo avanti per proteggere anche il nostro ecosistema.