Al pronto soccorso tanti medici a gettone, la Regione corre ai ripari

20 dicembre 2022 | 07:50
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Al pronto soccorso tanti medici a gettone, la Regione corre ai ripari

Sarà presentato oggi a Torino il Piano straordinario per sostenere tutti i pronto soccorso della regione. Contratti a tempo determinato per gli specializzandi

Sarà presentato oggi, martedì 20 dicembre, nella Sala della Trasparenza della Regione Piemonte a Torino, da parte del presidente Alberto Cirio e dell’assessore alla sanità Luigi Genesio Icardi, il Piano straordinario che la Regione sta predisponendo per sostenere i pronto soccorso.

In effetti la situazione sta diventando esplosiva. Come vi abbiamo già riferito in questo articolo [Duro attacco del sindacato Anaao all’ASL di Cuneo. La risposta del DG Giuseppe Guerra – Cuneo24] anche gli ospedali della provincia di Cuneo hanno dovuto far ricorso alla pratica dei gettonisti, ossia dei medici che non sono dipendenti della struttura ma vengono pagati a turno, con un gettone, tramite contratto con cooperative di sanitari. A luglio l’azienda ASL CN1 ha aperto una gara per l’affidamento esterno delle guardie specialistiche presso i propri Presidi Ospedalieri, per un periodo di dodici mesi e un costo di 26 milioni di euro. La gara riguardava specialità delle strutture di Savigliano, Ceva, Saluzzo, Fossano e Mondovì. Tra esse anche e soprattutto i dipartimenti di emergenza e accettazione (DEA/Pronto soccorso).

A seconda del turno notturno o diurno e della specialità, i gettonisti vengono remunerati oltre 100 euro all’ora e il 25% della cifra è destinato alla cooperativa. Per i medici dipendenti, un turno di guardia notturna in pronto soccorso prevede un’indennità di 120 euro per tutte le 12 ore, mentre un medico della cooperativa può incassare anche oltre mille euro. Inoltre il servizio ad una cooperativa non garantisce continuità: i medici “a gettone” cambiano spesso, le loro competenze non vengono valutate dall’azienda dopo un concorso pubblico come avviene per i dipendenti. Inoltre non sono inseriti nell’organico e non contribuiscono a creare lo spirito di gruppo.

Il direttore generale dell’Asl Cn1 Giuseppe Guerra aveva  ribattuto che «solo all’esito negativo di tutte le procedure e per garantire continuità nell’erogazione dei servizi alla popolazione» l’Azienda si era trovata costretta a bandire la gara, ma che si trattava «di una soluzione temporanea, imposta dallo stato di necessità». Il dottor Guerra aveva comunque dichiarato al nostro giornale e poi anche ad una trasmissione televisiva «Dovremmo forse chiudere i servizi? Dovremmo ridurre l’assistenza alla popolazione? Dovremmo chiedere ai colleghi di triplicare l’orario di lavoro?». Qui il video. [Medici a gettone: rischiamo una privatizzazione senza regole? – Le Iene]

«Come per le liste d’attesa, parliamo di uno dei problemi che in sanità si trascinano da moltissimi anni e che la pandemia ha ulteriormente aggravato», sottolinea l’assessore Icardi, che il 15 dicembre, insieme ai vertici di Azienda Zero, ha incontrato il Gruppo di lavoro sui pronto soccorso di cui fa parte una rappresentanza dei direttori dei Dea e il presidente Simeu Piemonte, la Società italiana medicina d’emergenza-urgenza. Una riunione operativa con la task force voluta dal presidente Cirio, per fare il punto sul Piano di intervento che la Regione intende mettere in campo in modo immediato e nel medio-lungo periodo.

Per completezza precisiamo che Azienda Zero è «La struttura regionale che identifica le strategie formative necessarie a qualificare in modo uniforme su tutto il territorio regionale le attività di emergenza extra ospedaliera, valorizzando le competenze tecniche delle diverse professionalità e individuando nuove modalità operative interdisciplinari e interprofessionali».

«Tra le priorità c’è innanzitutto quella di sostenere il personale – spiega l’assessore Icardi –. Stiamo sollecitando interventi nazionali che consentano di intervenire sulla carenza di urgentisti e incentivare chi fa la scelta importante di lavorare in un pronto soccorso. La Regione Piemonte farà la sua parte ed entro gennaio il provvedimento che abbiamo approvato per portare a 100 euro all’ora il valore delle prestazioni aggiuntive dei nostri medici in pronto soccorso diventerà legge».

Sempre a partire da gennaio, la Regione Piemonte trasferirà alle aziende sanitarie le risorse  sbloccate a Roma in Finanziaria per retribuire il lavoro relativo ai cosiddetti «certificati Inail» emessi prevalentemente dai medici di pronto soccorso. Circa 4,5 milioni di euro per l’attività svolta dal 2019 al 2021.

Per quanto riguarda invece gli specializzandi reclutati attraverso il decreto Calabria, l’Assessorato alla Sanità invierà a breve una nota alle Aziende sanitarie per precisare che è possibile attivare in questo caso contratti a tempo determinato di tre anni, che diventano in automatico a tempo indeterminato non appena conseguita la specializzazione.

Tra le altre priorità su cui il gruppo di lavoro sta predisponendo delle azioni da mettere in campo in modo immediato c’è l’urgenza di alleggerire il boarding dei pronto soccorso, aumentando i posti di degenza, accelerando i tempi di ricovero nei reparti, favorendo le dimissioni dei pazienti a bassa intensità nella rete territoriale e potenziando la sinergia ospedale-territorio.