Boselli guarda a Palazzo Lascaris: “sanità torni a essere punto di forza della Regione”

18 dicembre 2022 | 09:22
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Boselli guarda a Palazzo Lascaris: “sanità torni a essere punto di forza della Regione”

Chiacchierata con il leader della lista Indipendenti che si prepara alla tornata elettorale regionale del 2024: “personalmente non ho nulla con i privati e le Fondazioni, ma devono stare al loro posto. Questo lo stanno pian piano comprendendo anche molte donne e uomini del Centrodestra e Centrosinistra che sentono di essersi spinti fuori dal possibile e giusto equilibrio senza risultati e mettendosi contro non solo i lavoratori della sanità ma anche i cittadini”

Cuneo.Giancarlo Boselli e gli Indipendenti guardano oltre le mura cittadine cuneesi. Dopo l’eccezionale risultato elettorale ottenuto alle comunali dello scorso giugno quando, sfiorando l’8% dei consensi, sono riusciti ad eleggere due consiglieri (lo stesso Boselli e Paolo Armellini ndr), i “Gialli” ora pensano a estendere il proprio ambito di competenza. L’obiettivo non sono solo le altre aree della provincia di Cuneo, ma l’intero Piemonte. La partita delle elezioni regionali si giocherà nel 2024, ma naturalmente la lunga corsa a Palazzo Lascaris è già iniziata.

Sig. Boselli, Lei ha recentemente dichiarato al quotidiano “La Stampa” che è possibie una presenza della lista Indipendenti alle elezioni regionali del 2024.
Dopo l’esperienza delle comunali ci siamo accorti che il simbolo ha un grande appeal e i corteggiamenti nei nostri confronti sono iniziati già prima dell’elezione del Presidente della Provincia: sia Robaldo che Dalmazzo mi avevano chiesto di incontrarli e abbiamo conversato a lungo: sono due persone molto valide. Alcuni partiti “nazionali” vorrebbero forme di accordo con noi perché c’è una grande parte della popolazione che non riescono più a raggiungere direttamente. Noi siamo nati proprio perché i partiti oggi non sono più strumenti d’azione efficaci: sono chiusi in se stessi e lontani dalla vita delle persone, guardano con sospetto chiunque si voglia iscrivere perché preferiscono essere in pochi attivisti, per dividersi le candidature e i posti nei Cda delle società pubbliche.

Per poter ottenere un risultato soddisfacente alle Regionali occorre essere presenti in maniera capillare sul territorio. Al di là di Cuneo dove lo straordinario risultato delle comunali ha sancito per voi un ruolo di primo piano nello scenario politico cittadino, come procede l’espansione territoriale degli Indipendenti?
Procede molto bene sia sulla provincia Granda che sulle altre e tra fine febbraio e marzo inizieremo un tour sui capoluoghi a partire da Torino.

Lei ha un passato socialista e democratico, più in generale nell’area di centrosinistra. Tuttavia, gli Indipendenti che lei guida abbracciano tematiche e un elettorato piuttosto trasversale. In quale area politica vi collocate in ambito nazionale?
Le categorie del passato sono superate. La destra sta cercando di definirsi e ha una leader che raccoglie grande fiducia. La sinistra non sa più chi è, non ha leader e vive la crisi più profonda della sua storia. La politica regionale e nazionale non esiste come entità autonoma: è fatta da persone che arrivano dalle città, dalle province, ma che presto se ne dimenticano e vivono in una bolla che credono superiore. Ci sono consiglieri regionali e parlamentari quasi senza volto, che fanno molti tagli di nastri ma non contano, non parlano delle questioni importanti. Invece sono proprio i problemi quotidiani delle città, delle valli, delle colline e delle montagne che fanno la politica regionale e nazionale. Alla base dei nostri programmi ci sono la sanità, l’ambiente, l’urbanistica, l’acqua, la cultura, programmi che stanno già trasformandosi e modellandosi su base regionale. Molti attori della politica sono ormai spenti, senza più passione e coraggio. Quindi per noi è facile avere spazio e le persone se ne rendono conto perché facciamo politica nell’ unico modo in cui si può fare: presenza continua, ma con proposte; sui media e sui social ma contemporaneamente tra le persone, in presenza fisica.

In quest’ottica quali sono i soggetti politici che ritenete interlocutori più naturali per instaurare un dialogo che porti a un accordo politico per il 2024? Immagino non abbiate intenzione di presentarvi da soli.
Naturalmente siamo aperti al confronto ma non cerchiamo accordi per i posti in consiglio regionale. Se fossero queste le basi potremmo già chiuderne almeno due. Uno dei punti fondamentali di confronto sarà la Sanità, che per noi deve essere pubblica. Le sembra facile un accordo con chi vorrebbe smantellarla? Con chi ha creato le condizioni perché la programmazione e la costruzione degli ospedali finisca in mano a un direttore di ASO e a una ditta privata? Le sembra facile un accordo con la parte avversa che non si oppone davvero e fa finta di nulla, accettando di togliere gli ospedali dalle città e portarli su terreni “franosi” o con “vincoli paesaggistici”?  Ma in entrambi gli schieramenti c’è chi non è affatto d’accordo e con loro stiamo dialogando. Andare da soli sembrerebbe una pazzia, ma senza coraggio e intraprendenza non sarebbe mai nata nessuna nuova forza politica.

Nell’annunciare la possibile candidatura per le regionali, ha rivendicato il lavoro che sta svolgendo proprio sulla sanità, evidentemente capitolo cruciale per ogni amministrazione regionale. Come giudica l’operato della giunta Cirio e dell’assessore Icardi sino ad ora?
La sanità è il capitolo di spesa più consistente, la pagina più difficile per l’attuale maggioranza regionale perché carenze di bilancio e di programmazione stanno portando a cercare soluzioni per i nuovi ospedali col “cappello in mano”dicendo: “li faremo con i soldi che troveremo… no… con quelli dell’INAIL …no.. con un privato e con i benefattori delle Fondazioni…”. Invece la sanità deve tornare ad essere un punto di forza dell’azione della Regione: personalmente non ho nulla con i privati e le Fondazioni, ma devono stare al loro posto. Questo lo stanno pian piano comprendendo anche molte donne e uomini del Centrodestra e Centrosinistra che sentono di essersi spinti fuori dal possibile e giusto equilibrio senza risultati e mettendosi contro non solo i lavoratori della sanità ma anche i cittadini. Non so se Cirio sarà ancora candidato. Gli equilibri nel centrodestra sono molto cambiati e una parte molto forte sa che serve correggere il tiro: se quindi l’attuale Presidente tornerà in campo, sicuramente dovrà tenerne conto. Vedremo. E’ iniziata una bella partita.