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Ospedali, in Piemonte un piano straordinario per i DEA/Pronto Soccorso

21 dicembre 2022 | 07:30
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Ospedali, in Piemonte un piano straordinario per i DEA/Pronto Soccorso
La presentazione del Piano Straordinario

È stato presentato ieri a Torino il “Piano straordinario di intervento sui Pronto Soccorso”. Prevede incremento dei posti letto e nuovi concorsi

Come vi avevamo preannunciato [leggi qui], è stato presentato ieri a Torino il Piano straordinario per i pronto soccorso elaborato dalla Regione Piemonte. Erano presenti il presidente Alberto Cirio e gli assessori alla Sanità Luigi Genesio Icardi e alle Politiche sociali Maurizio Marrone, insieme al commissario e al direttore sanitario dell’Azienda Zero Carlo Picco e Gianluca Ghiselli.

Le misure principali riguardano un incremento straordinario dei posti letto con l’attivazione di posti aggiuntivi in area medica (+10%) e in area chirurgica (+5%). Si intende poi creare una task force medica dedicata nei fine settimana per la notifica degli inserimenti in struttura extraospedaliera e di una cabina di regia per le dimissioni protette.

Inoltre si intende effettuare monitoraggi per ottimizzare la gestione degli afflussi, le tipologie di intervento, il numero di pazienti in attesa, il flusso minimo giornaliero di ricovero nei reparti di degenza di pazienti provenienti dal pronto soccorso, l’ottimizzazione dei ricoveri per le patologie di confine tra vari reparti in base ai posti disponibili.

Saranno potenziati i contingenti di personale in seguito al concorso per il reclutamento di medici di Medicina e Chirurgia d’accettazione e d’urgenza liberi professionisti, specialisti in Medicina interna, infermieri ed operatori socio-sanitari.

«Il problema del sovraffollamento dei pronto soccorso si trascina da più di 10 anni, non solo in Piemonte ma in tutta Italia – ha sottolineato Cirio. – Questo non deve essere un alibi, ma solo la consapevolezza delle conseguenze di un progressivo impoverimento della sanità pubblica, che ha portato a questa situazione. Perché se riduci costantemente i posti letto dentro gli ospedali è evidente che non potrai occuparli con chi va al pronto soccorso, che di conseguenza dovrà attendere di più dentro le strutture d’emergenza. Questo è un calcolo matematico semplice che il Covid ha ulteriormente evidenziato e per la prima volta negli ultimi 15 anni si presenta un piano straordinario per intervenire su questa criticità».

«Il Piano straordinario è configurato sulla base del modello che abbiamo sperimentato prima nell’emergenza Covid, poi con le vaccinazioni e la riduzione dei tempi delle liste d’attesa – ha affermato Icardi – Ma siamo consapevoli che molti dei problemi che riguardano i pronto soccorso hanno una soluzione nazionale, a partire dalla carenza di personale, dalla mancata programmazione delle borse di studio e dalla permanenza del numero chiuso per l’accesso a medicina e alle professioni sanitarie. Siamo impegnati soprattutto sul fronte dell’edilizia sanitaria, con la costruzione di 8 nuovi ospedali, la riqualificazione strutturale, assolutamente indispensabile, di numerosi presidi, oltre che con il potenziamento della medicina di territorio, tassello fondamentale per decongestionare i pronto soccorso».

A lungo termine è stato detto che verranno potenziate le strutture di edilizia sanitaria con 8 nuovi ospedali, 29 ospedali di comunità e 91 case di comunità, incrementato il personale che lavora nei pronto soccorso e rafforzata la medicina di territorio. A questo proposito è necessario che a livello nazionale vengano decisi l’aumento delle borse di specializzazione, il superamento del numero chiuso di Medicina, assunzioni attraverso l’aumento dei tetti di spesa.

Ma il problema del sovraffollamento, riconoscono tutti, è dato dalla riduzione dei posti letto «decisa dalle precedenti Amministrazioni», la vetustà degli ospedali (quasi 1/4 ha vincoli che non consentono adeguamenti), la mancanza di personale, la permanenza del numero chiuso per l’accesso a Medicina e alle professioni sanitarie, la bassa attrattività della specialità in Medicina d’urgenza.

I posti letto in Piemonte sono 3,5 per mille abitanti, al di sotto del parametro nazionale di 3,7, e sono diminuiti dai 18.720 del 2010 ai 16.130 del 2019 (fonte Simeu). Mancano 284 urgentisti, sui 633 previsti (44%) e il reparto d’urgenza è poco attrattivo anche per gli infermieri. Le cooperative coprono il debito orario di 100 medici con una spesa di 1,4 milioni al mese (15 milioni all’anno).

Il 61% degli accessi al pronto soccorso in Piemonte ha una bassa gravità (codici verdi 51%, codici bianchi 10%). Il 23,5% ha media gravità (codici azzurri), il 16% sono casi gravi  (codici rossi 2%, codici arancioni 14%).