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A Beinette la proiezione del cortometraggio “2 febbraio 1945”

23 aprile 2023 | 10:33
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A Beinette la proiezione del cortometraggio “2 febbraio 1945”

La serata beinettese in occasione del «25 aprile» si è tenuta nella sala polivalente «Adriano Olivetti», con tanti giovani partecipanti

Venerdì sera 21 aprile, il «Salone polifunzionale Olivetti» di Beinette era gremito, con tanti giovani, per l’iniziativa organizzata dall’Associazione culturale «AttivaMente», guidata dal presidente Flavio Bertone, in collaborazione con la Biblioteca, con il patrocinio del Comune, organizzata in occasione della «Festa della Liberazione». Partecipavano numerosi i ragazzi e gli insegnanti della scuola secondaria di primo grado (ex medie) di Beinette.

Ha introdotto Flavio Bertone, con saluto del sindaco Lorenzo Busciglio, che ha sottolineato l’importanza di talune date, tra cui quella del «25 aprile». Per cominciare i giovani hanno dato libero sfogo alla «poesia che hanno dentro», con versi semplici ma espressivi, efficaci, sinceri, protesi verso pace, libertà ed amore (son stati letti con le note di «Bella ciao» in sottofonto). Libera interpretazione vi è stata della poesia attribuita allo scrittore tedesco Bertolt Brecht, ma che par sermone del pastore protestante Martin Niemoller, «Prima vennero», appello ad opporsi subito ad ogni violenza e persecuzione. Gran finale di questo «momento dei giovani» è stato il celebre «We are the world» («Noi siamo il mondo»), grande successo «corale» americano degli anni Ottanta (Michael Jackson e Lionel Richie riuscirono a coinvolgere quasi tutti i più bei nomi della musica internazionale di quel periodo, per una raccolta benefica pro-Etiopia).

Centrale nella serata è stato il cortometraggio «2 febbraio 1945», altra «data importante», sul tragico «Eccidio della Candelora», avvenuto in tal data di fronte alla chiesa della frazione San Benigno di Cuneo. Realizzato nell’estate 2020, in piena «pandemia COVID», in mesi di certo allentamento delle norme sanitarie, dopo che si era cominciato a pensarlo già l’anno prima, programmando e preparando tutto durante la «chiusura». L’idea è venuta a due «giovanissimi», che, soprattutto, hanno usato attori appena più grandi di loro…

In un’ambientazione contemporanea, il film (girato in piena estate ma ambientato in inverno, con vestiti pesanti, ma con dettagli che facevano pensare, almeno, ad una «mezza stagione»),  è stato scritto e diretto da Filippo Ariaudo (un «classe 2003 già alla seconda opera). L’essenzialità delle immagini, fuori dal tempo, finiscono per sottolineare la drammaticità dell’evento. Alcuni giovani della frazione agreste d’Oltrestura cuneese di San Benigno son in un «pub» a bere birra una sera d’inverno, negli ultimi mesi di una lunga guerra. Parlano del loro futuro, del sogno di andare «in America», di calcio, del «Grande Torino» che sta nascendo, di ragazze. Uno fa la «corte» alla cameriera. Non nascondono troppo antipatie verso il fascismo. I loro nonni, nati negli anni Venti, facevano, probabilmente, discorsi simili, all’osteria, bevendo vino. Sembra una sera come tante, invece il destino, per molti di loro, sta arrivando ad una svolta. Quella sera, un giovedì, il 1° febbraio 1945, i partigiani attaccano il municipio di Tarantasca ed il suo presidio fascista, facendo un morto e dei feriti. La mattina dopo parte la rappresaglia, guidata dal tenente Dante Frezza, che sceglie la chiesa di San Benigno, dove molti fedeli sono radunati per la funzione del giorno della «Candelora». Finiscono fucilati in tredici, tutti ragazzi in «età di leva», nati tra il 1917 ed il 1925, «renitenti» all’esercito della Repubblica Sociali («amnistia» era stata fatta nella fine ottobre precedente, permettendo a molti di «tornare a casa»), non sposati. Si salvò Luigi Giorgis, classe 1926, morto recentemente, ad inizio 2021, quasi centenario. Nel film sua madre è interpretata dalla figlia. I fascisti sfogano la loro rabbia, il sentirsi sempre più isolati, con la sconfitta prossima (ricordiamo una delle canzoni di quel periodo, di parte «repubblicana», «Le ragazze non ci vogliono più bene»). Vero miracolo fu il sopravvivere di Bartolomeo Garro, ferito ma non ucciso, curato.
Prodotto da «Filmalo Production», il film è stato commentato da Andrea Orlando, con un, successivo, conclusivo, vero «documentario» sulla sua realizzazione.
Ughetta Biancotto, in rappresentanza dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) di Cuneo, ha ricordato al giovane pubblico quanti ragazzi, grossomodo della loro età, vi fossero tra i partigiani. Ha ribadito l’importanza delle «memoria»…