Nella Giornata della Memoria la testimonianza di Alessandro Schiffer nipote omonimo del deportato ebreo cuneese ad Auschwitz
Alessandro Schiffer, figlio di Davide Schiffer e Carolina Schlesinger non è sopravvissuto alla Shoah
Oggi, 27 gennaio, ricorre la Giornata della Memoria. Tra le persone uccise dalla follia nazista l’ebreo cuneese Alessandro Schiffer, figlio di Davide Schiffer e Carolina Schlesinger nato in Ungheria a Okany il 29 novembre 1897. A lui nel 2022 è stata dedicata una pietra d’inciampo, davanti alla sua casa in via Madonna della Riva 102. Da lì fu arrestato il 6 febbraio 1944. Trasferito nel Campo di concentramento di Borgo San Dalmazzo e, passando per il Campo di transito di Bolzano, infine deportato ad Auschwitz dove morì nel gennaio del 1945.
Abbiamo contattato suo nipote omonimo, Alessandro Schiffer, per ripercorrere insieme la vita del nonno.
“Quello che so arriva dai racconti di mio padre e non è in realtà molto essendo lui, Umberto Romano, il più giovane dei quattro figli di nonno che si era sposato con Firmina Boero. Oltre a papà nacquero dalla loro unione zia Annica, zio Ede (Edmondo) e zio Dino (Davide)”.
In che modo i racconti della vicenda del nonno sono arrivati a lei? “I racconti di mio nonno fino ad oggi sono stati legati appunto a quanto riferito da mio padre, quel poco che ha vissuto, non ha potuto goderne a lungo tempo, ha avuto un’infanzia molto difficile. Le parole di mio padre erano forse anche un pò romanzate, credo per il fatto di volermi tenere quasi protetto perché spiegare a un bambino che esisteva tutta questa ferocia, quell’odio verso una popolazione credo sia difficile. E’ lampante il fatto che anche lui avesse poche notizie.”
Come vive la Giornata della Memoria? “Una giornata che vivo come credo tutti quelli che hanno un minimo di sensibilità cioè una giornata triste perché pensare a quello che è successo sembra quasi impossibile . Ci sono state tante situazioni brutte nel mondo e negli anni credo che l’Olocausto sia stato uno dei più terribili quello che ha toccato la mia famiglia. Posso dire che l’olocausto è una cosa che non riesco a capire, a capacitarmi come possa un esser umano, Hitler e i suoi “volenterosi” carnefici abbiano potuto pensare di fare una cosa del genere. Quindi la Giornata della Memoria è una giornata che lascia l’amaro in bocca a me, una giornata che non bisogna smettere di ricordare.
Come crede sia possibile far sì che non si dimentichi? Non credo di avere voglia di fare dimenticare queste cose ma non ho nemmeno tutto sommato voglia di raccontarle. Spero in un domani migliore, ma i fatti mi stanno dando torto: siamo in mezzo alle guerre, d’odio, fratricida, di confine, di pensiero, religiose, sono attaccate alle nostre porte, noi a Cuneo ci sentiamo in un’isola felice ma se ci guardiamo attorno c’è dell’odio verso tutti, se uno ha più o meno soldi, non c’è più il parametro giusto, come ad esempio si accaniscono contro la signora Ferragni giustamente c’è chi cerca di salvarla in maniere stupida dicendo “con tutto quello che succede ci preoccupiamo della Ferragni” ma in realtà ci preoccupiamo di tutti coloro che sbagliano. Anche in questo caso viene fuori l’italiano attuale che non è più quello di 50 anni fa l’italiano fa le cose come tifo da stadio: o sei di qua o sei di là; se sei con me bene se non sei con me qualsiasi cosa tu faccia io non uso il lume della ragione ma ti dò contro perché non sei della mia corrente, non hai il mio stesso pensiero. Quindi come posso pensare di trasmettere il ricordo della Memoria? Credo basti aprire qualsiasi libro finché ce lo permetteranno e non faranno del revisionismo, quando si parla con la gente e paragonano l’Olocausto alle Foibe c’è una differenza, la gente fa di tutta un’erba un fascio. La storia è sempre diversa, non la fanno solo i vincitori, purtroppo spesso la fanno i sopravvissuti e sono quelli che raccontano il mondo miserabile che hanno dovuto vivere grazie a gente che di umano non aveva niente quindi la mia memoria spero di portarla avanti contro tutte le intolleranze, contro tutti i mali che ci sono quando vedo qualcuno che si comporta male cerco di farglielo notare e di farlo notare agli altri, l’indifferenza credo sia il male peggiore per la memoria qualunque essa sia.”