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Peveragno intitola piazza a Domenico Tassone: “grazie a lui e alla sua generazione”

16 gennaio 2024 | 11:26
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La ex “piazza Campo Sportivo” porterà il nome del partigiano e stimato veterinario che fu quattro volte sindaco del paese. “Insieme a lui vogliamo dedicarla a tutta una generazione di peveragnesi che erano bambini, ragazzi e giovani uomini quando finiva la guerra e che seppero prendersi sulle spalle il destino del paese”, ha detto il sindaco Paolo Renaudi

Nella mattinata di domenica 14 gennaio a Peveragno è stata ufficialmente intitolata a Domenico Tassone la piazza “ex campo sportivo”. Classe 1922, grande protagonista della lotta di resistenza partigiana, Tassone venne eletto sindaco quattro volte tra il 1956 e il 1991. Stimato veterinario, per moltissimi anni fu punto di riferimento per la comunità peveragnese.

“Domenico è stato tante cose per Peveragno. Sindaco che ha lavorato tanto per il paese accompagnandolo nello sviluppo  in anni in cui la nostra comunità è cambiata e cresciuta tantissimo. Lungimirante con un carattere molto forte che spesso non lo faceva scendere a compromessi, seppe lavorare per Peveragno anche come professionista e come veterinario per tantissimi anni sul nostro territorio”, ha detto nel discorso di intitolazione il sindaco Paolo Renaudi.

“Oggi intitolando questa piazza a Domenico Tassone – ha aggiunto il primo cittadino peveragnese – la intitoleremo dunque a un giovane partigiano, a un sindaco, all’uomo al professionista e insieme a lui vogliamo dedicarla a tutta una generazione di peveragnesi che erano bambini, ragazzi e giovani uomini quando finiva la guerra e che seppero prendersi sulle spalle il destino del paese. Seppero lavorare, costruire in modo pacifico, dimenticando il periodo di guerra. Se noi oggi abbiamo il benessere, la libertà, la ricchezza, non solo materiale ma anche di valori, e se, nonostante sia tanto vituperata, oggi siamo ancora in una democrazia in cui possiamo scegliere, e dire la nostra liberamente, tutto questo è stato possibile anche grazie al lavoro di quella generazione, di giovani persone che hanno visto la guerra con i loro occhi, hanno visto cos’era morire per una guerra, per un’ideologia, hanno saputo mettersi alle spalle quel periodo e costruire. Al partigiano, al sindaco, al lavoratore e a tutti quelli della sua generazione, con questa intitolazione, noi oggi diciamo doverosamente e semplicemente grazie”.

Poi l’inno di Mameli e, da parte del figlio Alberto e della nipote Sonia, lo scoprimento della targa commemorativa nella quale sono incisi cinque sostantivi che hanno contraddistinto l’esistenza dell’uomo Domenico Tassone: “impegno, sobrietà, passione, operosità e competenza”.