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Cronaca
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Gli agricoltori sfilano sui trattori ad Alba: “situazione ormai insostenibile”

16 febbraio 2024 | 17:04
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“Poiché nessuna iniziativa è stata organizzata fino ad ora dal settore, abbiamo deciso di far sentire la nostra voce, stanchi di veder vanificati i sacrifici di una vita e di veder compromesso il futuro delle nostre famiglie”

Ad Alba è andata in scena nella mattinata di oggi (venerdì 16 febbraio) la manifestazione degli agricoltori della Langa e Roero. Presidio in piazza Sarti dalle 9.30 alle 16 e sfilata lungo le vie della città “per chiedere più rispetto per il lavoro e condizioni migliori per il settore”.

“L’organizzazione della mobilitazione generale agricola Langhe e Roero ha indetto una protesta con modalità che prevedano la sensibilizzazione della popolazione e delle istituzioni, al fine
di poter migliorare la condizione lavorativa ed economica di tutti gli agricoltori, vessati dal aumento dei costi di gestione, ma non supportati adeguatamente: costi eccessivi, prezzi bassi e condizioni climatiche avverse hanno ridotto – se non azzerato – i guadagni di uno dei settori chiave del made in Italy – si legge in una nota. La situazione è ormai insostenibile. Poiché nessuna iniziativa è stata organizzata fino ad ora dal settore, abbiamo deciso di far sentire la nostra voce, stanchi di veder vanificati i sacrifici di una vita e di veder compromesso il futuro delle nostre famiglie. Per questo motivo numerosi agricoltori delle Langhe e del Roero, provenienti da tutti i settori produttivi (viticoltura, corilicoltura, allevamento, cerialicoltura, frutticoltura, …); trasversali ad associazioni di categoria o convinzioni politiche hanno deciso di dire BASTA e scendere in piazza con un presidio ad Alba, una sfilata per le vie del centro ed un corteo di trattori che percorreranno le vie della città, chiedendo la solidarietà dei cittadini-consumatori”.

Qui di seguito le richieste degli agricoltori.
UNA MAGGIORE SENSIBILIZZAZIONE DEL CONSUMATORE: spesso la nostra categoria viene etichettata come nemica della società, invece che produttori di materie prime sane e rispettose della natura. Definiti inquinatori,quando in realtà Siamo il primo e a volte l’unico baluardo per la salvaguardia dell’ambiente e del territorio.
ADEGUAMENTO DEI PREZZI DI ACQUISTO E DI VENDITA: No agli abusi di posizione dominante che non garantiscano la tutela di un prezzo DIGNITOSO all’agricoltore, quindi un reddito giusto e paragonabile ad altri settori produttivi. Aiuti fiscali per contrastare l’inflazione e il caro gestione azziendale.
TRASPARENZA SUI PRODOTTI MADE IN ITALY: che vengano realizzati con materie prima made in italy.
TRACCIABILITA’ IN ETICHETTA DELLE PRODUZIONI: per la sicurezza dei consumatori, più controlli sull’importazione di prodotti agricoli da Paesi in cui non sono in vigore gli stessi nostri regolamenti produttivi e sanitari, per evitare il crearsi di concorrenza sleale a discapito delle produzioni locali che devono sottostare a
regolamentazioni ferree.
SEMPLIFICAZIONE: Il 40% del lavoro degli agricoltori è volto agli adempimenti burocratici, a scapito della vera produzione per le proprie attività.
ABBRUCIAMENTI MENO RESTRITTIVI: l’agricoltuira in molti campi produttivi del territorio, genera residui di potatura, spesso malati, sarebbe opportuno una regolamentazione in merito; Meno restrittiva, che possa concedere maggiori spazi temporali per eseguire gli abbruciamenti, specialmente nel periodo invernale.
CERTEZZE SULLA CONTINUITÀ DEGLI INCENTIVI SUL GASOLIO AGRICOLO.
CONTENIMENTO FAUNA SELVATICA: Lo Stato deve rispondere puntualmente e in tempi rapidi ai danni diretti e indiretti della fauna selvatica, favorendone il contenimento.
DISINCENTIVARE IL CONSUMO DI TERRENI AGRICOLI PER STRUTTURE NON AGRICOLE (fotovoltaico e agrivoltaico).
NO CIBO SINTETICO.
REVISIONE DELLA PAC: No alle politiche eccessivamente restrittive (revisione del ‘Green deal’ europeo) a discapito della produzione agricola e della produzione di cibo per i consumatori.
ABOLIZIONE IMMEDIATA DEI VINCOLI E DEGLI INCENTIVI PER NON COLTIVARE: Eliminazione dell’obbligo di non coltivare il 4% dei terreni; revisione dei vincoli di rotazione (più flessibilità e adeguamento alle condizioni climatiche); eliminazione di ogni forma di contributo per disincentivare la coltivazione.